CIVITAVECCHIA – Acque sempre più agitate sul Tribunale di Civitavecchia, con il rischio accorpamento ad altre procure che scuote il mondo giudiziario locale e innesca proteste a catena.
Della questione si è parlato quest’oggi anche alla Camera nella seduta della Commissione giustizia, di cui è membro anche l’On. Pietro Tidei, alla quale ha preso parte anche il neo ministro Paola Severino che ha illustrato per la prima volta ?
le priorità che intende dare alla sua azione di governo: carceri, riforme dei processi e riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziari, per le quali ha annunciato l’applicazione di criteri “chiari e inoppugnabili”. L’esponente del Pd ha sollevato la questione Civitavecchia, sostenendo di fronte al neo-Ministro la necessità di conservare intatti limiti territoriali e competenze del Tribunale di Civitavecchia. “Siamo favorevoli alla razionalizzazione – ha dichiarato Tidei – Ma i criteri dovranno prendere in considerazione anche la realtà dei grandi Tribunali, Roma tra tutti dove operano oltre 500 magistrati. E’assolutamente impensabile aggiungere a Roma o a Viterbo i processi di Civitavecchia in nome dell’efficienza, senza temere il caos”.
Nel frattempo l’aula Pucci a Civitavecchia è stata gremita dagli avvocati locali che, alla presenza del Sindaco Moscherini e dei Sindacati, hanno tenuto una affollata assemblea per fare il punto sull’effettivo rischio chiusura del tribunale cittadino e concertare le forme di protesta da attuare, dicendosi pronti anche ad una clamorosa occupazione degli uffici di via Terme di Traiano. Il Primo cittadino ha intanto annunciato la convocazine di un Consiglio comunale aperto sull’argomento per il prossimo 7 dicembre.
Numerose al contempo le ferme prese di posizione dal mondo politico sulla vicenda. Tra queste quella dell’Associazione contro tutte le mafie “Antonino Caponnetto”, secondo cui l’accorpamento del Tribunale di Civitavecchia con quelli di altre città sarebbe “un colpo durissimo al sistema Giustizia in una regione, qual è appunto il Lazio, invasa da criminali e mafiosi”. “Invitiamo il premier Monti e tutto il Consiglio dei Ministri – afferma in una nota l’associazione – a non dare corpo a questa decisione dissennata che oltre a rappresentare un grave danno al tessuto amministrativo, sociale ed economico della città, costituirebbe anche una grave lesione dei diritti dei cittadini ed un ulteriore ostacolo alla lotta per il contrasto alle illegalità e alla criminalità organizzata. Siamo pronti, per impedire il concretizzarsi di una tale sconsiderata scelta, a dar vita a manifestazioni eclatanti, non escluso uno sciopero della fame”.
Una presa di posizione ferma a cui si unisce anche quella del Sindaco di S. Marinella Roberto Bacheca, che commenta: “Un’eventuale chiusura degli uffici giudiziari che operano all’interno del Tribunale di Civitavecchia sarebbe una grave perdita per tutto il comprensorio. Siamo consapevoli che l’accorpamento voluto dal Governo sia comunque un atto che ha il fine di razionalizzare le risorse economiche in questo periodo di crisi economica, però credo, in tutta sincerità, che si debba anche tenere conto della fascia di popolazione servita. Questo vale per i servizi giudiziari, così come per i servizi sanitari e o di controllo del territorio In conclusione – termina il Sindaco – spero che quanto prima si possa convocare un tavolo di discussione per trovare una soluzione condivisa tra le istituzioni e gli organi competenti per scongiurare l’ipotesi di chiusura del Tribunale di Civitavecchia”.