CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo da Lucia Bartolini – Associazione ‘A GAUCHE:
“Esprime pubblica soddisfazione la consigliera Califano (PD), in perfetta sintonia con la vicepresidente Angelilli (FDI), sui contenuti del protocollo per il porto sottoscritto da quel nuovo governo regionale di cui in teoria dovrebbe essere all’opposizione. Ma a parte le trite e ritrite dichiarazioni d’intenti e gli stucchevoli slogan citati a memoria che sembrano trovare una paradossale e perfetta linea di trasversale continuità tra vecchi e nuovi governi, ma esattamente, da cosa nasce tanta soddisfazione? Snoccioli i numeri, spieghi in termini concreti di quali e quanti traffici si è conteggiato di recuperare, di attirare; di quali opere di conseguente funzionalità a precise e comprovate linee di sviluppo portuale ed occupazionale si parla. Quali “attraversamenti dei centri urbani rilevanti ai fini dell’operatività dei singoli porti del sistema” ci si deve aspettare? Nella ormai consolidata pratica del gioco del silenzio che da tempo opprime questa comunità, si è passati direttamente alla benevola esultanza, sorvolando sul passaggio intermedio: quello della illustrazione di progetti, obiettivi, della misura delle effettive ricadute sul territorio in termini puntuali di economia, occupazione, vivibilità; della quanto più ampia concertazione tesa a garantire che non si tratti di una scatola vuota il cui sciagurato risvolto potrebbe finire per rivelarsi il gratuito allargamento della servitù ad uno scalo ormai estraneo al contesto su cui insiste. Perché che siamo il porto di Roma lo sapevamo già da un sacco di tempo; è l’oggi ad apparire assai meno chiaro ed a confermare preoccupazioni che giungono a corollario di decenni di totale cecità ed espropriazione della guida del nostro porto. E in una tale condizione, il vuoto appiattimento propagandistico non costituisce un conforto. Ma gli omologhi locali della consigliera Califano che ne pensano? Si riaprirà mai un dibattito reale sulla politica portuale a Civitavecchia?”