Moscherini: “Su Icpl Tidei è impreparato”

moscheriniCIVITAVECCHIA – “La vicenda ICPL merita la massima attenzione da parte di tutti e non di interventi fuori luogo e insensati come quelli dell’Onorevole Tidei sulla vicenda ICPL, che al contrario sono la dimostrazione di una preoccupante impreparazione o peggio di un’assoluta malafede.” Così inizia la replica del Sindaco Moscherini alle affermazioni fatte nei giorni scorsi dal deputato del PD in merito alla causa intentata dalla società a partecipazione pubblica contro il Comune. “Ciò che Tidei sa, ma si guarda bene dal dire, è che i problemi riguardanti ICPL partono da molto lontano e più precisamente dall’area di sosta richiesta a gran voce dalle realtà produttive locali (che ne pagarono anche la progettazione) e assegnata da Tidei a soggetti completamente diversi, opera che non è mai realmente entrata in funzione. Questa Amministrazione, al contrario è stata l’unica che ha cercato di porre rimedio agli abusi ed agli illeciti amministrativi commessi negli anni precedenti. D’altra parte – prosegue Moscherini – la stessa Corte dei Conti, con la quale in questi anni la mia Amministrazione ha strettamente collaborato per trovare soluzioni che permettessero di salvaguardare l’interesse pubblico, si occupa delle vicende ICPL dal 2006, anno al quale risale l’approvazione della relazione conclusiva dell’indagine di controllo. In questo cercherò di essere d’aiuto a Tidei, facendo un po’ di chiarezza nella sua mente offuscata dall’odio verso di me e chi mi sostiene. Quando, sei anni fa la Corte dei Conti suggerì l’uscita del Comune dal capitale della società il Commissario Iurato nominò una Commissione di esperti con il compito di valutare ogni aspetto di quello che già all’epoca appariva come un project financing anche in questo caso, come per i loculi targati Tidei-Piendibene, fortemente sbilanciato in favore della parte privata, a scapito di quella pubblica. Il lavoro della commissione, conclusosi nel luglio del 2010, ipotizzò una forma di riequilibrio attraverso una riduzione della durata della concessione, (la quale era stata fissata in 45 anni nel 2004) poi quantificata in 3 anni e 11 mesi (sulla quale concordò anche la società), ma evidenziò anche spese ingiustificabili per circa 12 milioni di euro. La Corte dei Conti, da me costantemente informata sulla vicenda, suggerì il recupero anche di queste ultime somme, e ne derivò una ulteriore riduzione della durata della concessione fino a 14 anni e mezzo. Scelta contestata da ICPL, che ha proposto ricorso al TAR. Persino sul bilancio il Comune era in disaccordo con l’Amministrazione societaria, come testimonia il mio voto contrario e le mie successive dimissioni dal Cda. Peraltro molti elementi dimostrano inequivocabilmente che l’intera vicenda nasconde delle gravissime colpe di tipo contabile ed amministrativo, che essendo state perpetrate in danno ai cittadini, rendono impossibile la prosecuzione di un rapporto contrattuale, che dovrebbe essere quanto meno improntato alla correttezza e alla reciproca buona fede. Anche per questo abbiamo assunto la decisione di porre fine per colpa della società alla convenzione, con la convinzione che questo sia l’unico modo per salvaguardare posti di lavoro, che oggi sono messi a rischio da una condotta aziendale carente e sconsiderata, come dimostrano i bilanci chiusi costantemente in rosso e le continue ricapitalizzazioni. Su questo fronte, prima ancora che sugli altri stiamo studiando soluzioni alternative, perché di certo la pesante attuale situazione debitoria della società, della quale il Comune è socio di netta minoranza, non consente oggi ad oltre cinquanta famiglie di fare progetti a lungo termine. Questa è la storia reale, quella raccontata dai fatti e dagli atti e non certe farneticazioni che purtroppo siamo costretti ogni giorno a leggere sui giornali. Questa è la verità che dimostra come l’unica “colpa” della mia Amministrazione sia quella di aver seguito le indicazioni della Corte dei Conti adottando criteri di trasparenza e correttezza ed operando con il fine unico della tutela dell’interesse pubblico. Capisco poi che quest’ultimo concetto sia un po’ difficile da afferrare per un abituè del danno erariale come l’Onorevole, ma gli basterà studiare un po’ gli atti prodotti in questi cinque anni dalla mia Giunta e dagli uffici, per capire come si amministra la cosa pubblica e rimediare così a questa sua preoccupante lacuna.”