CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo:
“Spero in una folta partecipazione degli operatori ed anche delle associazioni di categoria ,purtroppo silenti in diverse occasioni.
Spero altresì che oltre allo giustificato cahier de doleances ,si riescano a capire le ragioni per cui dopo tre amministrazioni comunali, e dopo tre lustri circa, non si sia ,non dico concluso l’iter di ristrutturazione, ma neanche si ipotizzano date certe, una bozza di cronoprogramma che permetta di dare certezze agli ambulanti; la certezza per una aziende del commercio e’ determinante.
Si riesca altresì a capire come un sistema commerciale naturale, che in un passato recente aveva anche funzionato da ammortizzatore sociale, sia stato ridotto in una situazione di degrado, priva di appeal commerciale, ed in una situazione di crisi, più volte evidenziata dagli stessi operatori.
Una ristrutturazione che ,in tante altre parti d’Italia ha visto tempi assai più brevi ,rischia di diventare la “incompiuta” più scandalosa di questa città( visto che la bretella da Monteromano si avvia alla conclusione) a cui si aggiunge la poca chiarezza per i vari ritardi.
Spero che ci siano interventi degli esercenti e che chiedano tempi certi,date certe della conclusione dei lavori.
Per quanto mi riguarda, ma rappresento me stesso, ho proposto un commissario: capisco la difficoltà ad accettarlo ,in quanto potrebbe significare il fallimento della politica, una autocritica non opportuna.
Normalmente in questi casi le proposte dovrebbero derivare dagli stessi operatori, che debbono comprendere che da isolati contano poco e che che in questi casi e’ obbligatorio fare massa critica.
Per questo la proposta di costituire un consorzio; ipotesi non innovativa, ma presente nella stragrande maggioranza dei mercati in Italia, spesso avviata dalle stesse associazioni di categoria e che permetta un dialogo diretto tra aziende ed amministrazione .
I consorzi più innovativi ad esempio prevedono l ‘affidamento allo stesso consorzio della gestione di tutti i servizi, il rapporto con l’utenza, il rispetto delle graduatorie, punti di accoglienza e di informazione, la collocazione di una segnaletica specifica ,il rispetto degli orari di apertura e chiusura.
Ovviamente altri consorzi hanno funzioni meno impegnative.
Nel commercio, ma più in generale in economia, sono importanti anche numeri e per capire meglio sarebbe utile comprendere se la contrazione dei consumi ,paventata da diversi operatori, sia dovuto alla crisi economica, alla inflazione ,alla guerra in Ucraina, alle conseguenze della pandemia; oppure se la totale assenza di marketing, il degrado del decoro urbano, problemi dei parcheggi, abbiano indotto una fetta consistente a scegliere altri negozi di vicinato, la piccola e media distribuzione ,oppure altri mercati non locali più accoglienti e con offerta più variegata.
In questo sarebbe semplice chiedere dati dalla ccia ,(con sede anche in città), dell ‘andamento degli ultimi 10 anni e forse la situazione sarebbe più chiara.
Condivido “la democrazia terziaria”; si deve garantire all’utente finale ,al consumatore , una offerta completa, la vendita sia del piccolo ambulante fino al mega centro commerciale ; ma contemporaneamente si deve garantire la possibilità a tutti di competere. Il mercato in questa situazione non può competere con tutte le altre strutture di vendita, perché in una situazione di oggettiva difficoltà, in gran parte per colpe non sue e che si protrae da anni.
Per concludere si lasci stare il paragone con Barcellona: si tratta di tutt’altra storia, al momento improponibile se dopo 15 anni non è stato concluso un normale lavoro di ristrutturazione.
E poi una città a vocazione turistica, diventa vivibile non solo per i turisti ,ma per gli stessi cittadini, ahimè privati di un luogo di commercio, di incontro e sociale ,che un tempo era un vero volano di sviluppo per il settore terziario e per l’intera città e che oggi non vede futuro.”
Tullio Nunzi