CIVITAVECCHIA – “Sconcertanti e non veritiere le dichiarazioni dell’Assessore Lucernoni circa l’accreditamento del Centro Boggi”. A parlare è la responsabile zonale dell’Ugl, Fabiana Attig.
“E’ del tutto evidente la illegittima e arbitraria posizione assunta dal Comune di Civitavecchia – afferma – che non soltanto viola il diritto di cura e assistenza dei Disabili e delle loro famiglie, che obbligatoriamente debbono ricorrere alla struttura di Santa Severa, visto che Civitavecchia non offre nulla in tal senso, ma mina anche la stabilità lavorativa dei tanti assistenti, medici ed infermieri che in quella struttura prestano la loro attività. Come dimostrato dalle carte i Comuni limitrofi stanno pagando regolarmente soprattutto perché la D.R.G. N.380 che come oggetto reca i Decreti Regionali 95/2009 e 51/2010 dove la Regione Lazio ‘Concorre’ (eroga) con un finanziamento agli oneri sostenuti dai Comuni per la partecipazione alla spesa per le attività riabilitative erogate per il regime residenziale e semiresidenziale nel Centro Boggi.”
“Questo significa – prosegue la Attig -che anche il Comune di Civitavecchia ha beneficiato e beneficia di suddetti oneri finanziari che però, stando a quanto dichiarato dalla Lucernoni non sono stati impiegati per le finalità cui assegnati perché i Servizi sociali locali, con una loro personalissima interpretazione, non riconoscono l’accreditamento del Centro di Santa Severai. Ora stando così le cose, viste le direttive Regionali, la domanda cui vorremmo una risposta è la seguente: ma queste quote sono state restituite alla Regione? Viceversa, se non fossero state restituite, ci spieghi allora la Lucernoni se le somme di cui sopra distribuite a partire dal 2009 fino ad oggi a tutti i comuni compreso il Comune di Civitavecchia per l’attività riabilitative dove sono finite e con quale criterio?”
“Siamo certi – conclude – che il Comune alla luce di quanto sta emergendo abbia delle valide risposte. Risulterebbe al quanto oltraggioso oltre che doloso se tali fondi finalizzati per la sola disabilità fossero stati incassati e lasciati in perenzione, solo per un capriccio interpretativo di qualche illuminato della pubblica amministrazione”.