CIVITAVECCHIA – Nuovo appuntamento con la rubrica di approfondimento sul mondo dell’urbanistica a Civitavecchia avviata dal nostro giornale in collaborazione con l’Architetto Massimo Pantanelli, autore del blog “Forma e sostanza” http://www.forma-e-sostanza.blogspot.com/ Tema del suo intervento, questa settimana, i discussi Piani di Zona e la Variante 29.
“Da un governo di sinistra molti si aspettano un nuovo tipo di discorso. Un discorso molto vicino ai movimenti reali e pertanto capace di conciliarsi con questi movimenti costituendo quelle scelte di indirizzo compatibili con essi. Ad esempio lo sviluppo urbano del comune di Civitavecchia. Quando con il programma del centro sinistra si disse: ”In mancanza di crescita demografica, di case che non vengono vendute e di un problema abitativo che ha assunto da tempo rilievo emergenziale, appare doveroso proporre un’idea di città indirizzata al risparmio di suolo e al prioritario sviluppo dell’edilizia sociale”. Era già un nuovo tipo di discorso. Questo significava: anziché far finta di ignorare i movimenti reali per farne oggetto di negoziati, ci si orienta subito verso il riconoscimento del punto di arrivo, cosicché il negoziato si svolge in vista di questo punto di arrivo, concesso in anticipo e prima delle elezioni. Si negozierà sui modi, i mezzi, la velocità per attuare la trasformazione della città. Al contrario oggi assistiamo alle rimostranze secondo cui, in base ad un vecchio metodo, non bisogna mai parlare di rispetto delle procedure, di consumo di suolo contenuto, di operazione di trasparenza, anche quando le si sa ineluttabili, mentre si tratta invece di farne la posta in gioco di durissimi negoziati. La tecnica di opporsi ai movimenti è comunque volta al perdurare della situazione attuale senza la fatica e l’impegno per un cambiamento. Gli incontri e le discussioni in consiglio comunale riguardano singolarmente i Piani di Zona, dimenticandosi per un attimo che sono contenuto e parte integrante della Variante adottata illegittimamente perché fuori i termini di legge. Aderire al movimento oppure arrestarlo, due tecniche politicamente diverse. Sul versante dei movimenti si devono imporre i dati, non solo di una situazione, ma di un problema. Rendere visibili cose che non lo sarebbero state in condizioni diverse. Sul problema urbanistico della c.d. Variante alla Variante 29 è stato detto a un certo momento, la variante non è stata mai inviata alla Regione. Ma perché è stata adottata ? Perché non è stata immediatamente ritirata quale atto illegittimo per la sua adozione non conforme ai termini di legge? Perché le aree del Piano di Zona con la variante alla variante 29 vengono trasformate da agricole a residenziali? Perché senza l’attuazione del Piano di Zona numero 10 e numero 11 (ndr. Don Milani) si consuma nuovo territorio per l’edilizia economica popolare? Chi è stato ad impostare questo disegno di sviluppo residenziale? Chi è che si sta affannando ad affermare che il Piano di Zona è altra cosa rispetto la Variante alla Variante 29? La Pubblica Amministrazione rifiuterà queste domande. Perché se queste domande sono fondate, nel precisare i dati si porta alla luce un problema che l’amministrazione vuole nascondere. Una volta posto, infatti, il problema non potrà più essere eliminato, e la pubblica amministrazione sarà costretta a cambiare discorso”.
Architetto Massimo Pantanelli