CIVITAVECCHIA – Nuovo appuntamento con la rubrica di approfondimento sul mondo dell’urbanistica a Civitavecchia avviata dal nostro giornale in collaborazione con l’Architetto Massimo Pantanelli, autore del blog “Forma e sostanza” http://www.forma-e-sostanza.blogspot.com/ .Tema del suo intervento, questa volta, il tema caldo della settimana, vale a dire la Marina.
“Non si tratta di fare il punto di una situazione perché quello che conta della questione Marina non è l’inizio o la fine ma il percorso. La comunicazione e le dichiarazioni di questi giorni, rappresentano il famoso gioco di carte detto della scelta forzata. Volete per esempio far scegliere a qualcuno il re di cuori. Allora cominciate col dire: preferisci i rossi o i neri? Se l’altro risponde i rossi, voi ritirate i neri dal tavolo; se rispondete i neri li prendete, e quindi in ogni caso li ritirate. Non resta che continuare in questo modo: preferisci i cuori o i quadri? Fino al momento in cui si chiede: preferisci il re o la regina di cuori? La macchina binaria funziona così e ubbidisce ad altri scopi. Oggi si domanda: ”preferite riavere la Marina o non avere la Marina? Ed il discorso è stato spossessato del reale valore della questione. L’abuso c’è, i vincoli ci sono, i soldi sono stati sprecati, i responsabili devono essere perseguiti, il danno deve essere pagato, un danno sia economico che di immagine della città che ha dimenticato il punto di partenza, la domanda iniziale: volete una città legale o illegale? E la risposta univoca è stata: “legale”, ma la carta è stata ritirata dal tavolo. Essere di sinistra, è innanzitutto una questione di percezione. Si percepisce innanzitutto l’orizzonte, si percepisce all’orizzonte. Si vede prima di tutto “il paesaggio”, il territorio del Comune, lo sviluppo urbano, le norme di tutela, e si capisce che sono quelli i problemi da risolvere e di cui l’informazione dovrebbe parlare. Al contrario, le dichiarazioni di parte hanno ridotto l’attenzione ad un argomento di comodo e di interesse, l’apertura della Marina, nascondendo gli effetti della auspicata cancellazione dei Vincoli che comporterebbe la riapertura della Gara della Sala della Danza, del progetto del Multisala, nati e cresciuti sotto la Giunta Moscherini, e svincolerebbe l’edificazione della zona della Variante 31. La stessa tecnica comunicativa viene utilizzata per la questione Urbanistica in cui l’attenzione è dirottata sulla scelta a favore di due Piani di Zona (Cappuccini, Biancalano) e contro altri due Piani di Zona (S. Liborio, San Gordiano). Al contrario percepire innanzitutto l’orizzonte, comporterebbe la scelta della pianificazione dell’edilizia per l’emergenza abitativa, attraverso l’individuazione delle aree necessarie per l’attuazione delle costruzioni ATER, e la realizzazione dei programmi delle Cooperative sovvenzionate dalla Regione Lazio. Essere di sinistra significa perseguire lo sviluppo urbano in equilibrio tra pubblico e privato. Al contrario gli uffici dell’attuale amministrazione hanno investito energie e tempo finalizzate alla c.d. sanatoria giurisprudenziale per sanare l’abuso edilizio dell’edificio di via XXIV Maggio. Hanno lavorato in direzione opposta alle richieste della Regione Lazio riguardo la costruzione di via Adige, edificata con permesso di costruire annullabile, non considerando le dichiarazioni di illegittimità del permesso di costruire, contenute nella perizia del Consulente Tecnico e nella richiesta di archiviazione della Procura.
Le urgenze affrontate dall’attuale amministrazione non hanno prodotto atti ufficiali ma solo dichiarazioni sulla stampa che uccidono i vincoli di tutela del paesaggio, dichiarano le intenzioni di annullare gli abusi edilizi e garantiscono la continuità agli strumenti di pianificazione illegittimamente adottati dalla amministrazione Moscherini.
L’idea del cambiamento non attraversa un buon momento ed a preoccupare sono le dichiarazioni degli avvocati, dei Dirigenti in pensione, degli ex tecnici comunali. A lasciare molti interrogativi sono le affermazioni del Delegato all’Urbanistica: “Daremo agli imprenditori la certezza del diritto che finora è mancata in questa città”. I volti degli attori tradiscono la loro età, sono coloro che hanno esercitato la loro professione, guidato e governato la nostra città ma dalle loro parole è come se tutto sia accaduto a loro insaputa, è come se tutto avesse avuto inizio un bel giorno del maggio del 2012″.
Architetto Massimo Pantanelli