CIVITAVECCHIA – “Per il Consorzio CMF i contratti non valgono! L’UGL non intende più accettare il superbo comportamento del Consorzio CMF aggiudicatario dell’appalto delle pulizie del porto di Civitavecchia. Ci sembra quantomeno bizzarro l’atteggiamento tenuto dal Consorzio verso i propri lavoratori, che di punto in bianco si sono visti recapitati dall’azienda delle incomprensibili e ingiustificate lettere in cui venivano paventate, a partire dal febbraio prossimo, riduzioni ed interruzioni di orario di lavoro a discapito, ovviamente, di paghe già non propriamente alte. In data 1° maggio 2023 l’Autorità di Sistema Portuale ha provveduto al passaggio di appalto con il Consorzio CMF subentrato ex art. 4 del CCNL Multiservizi al Consorzio Progeo per il Servizio di pulizia degli edifici dell’Autorità Portuale. Immediatamente dopo il passaggio di tutti i lavoratori, il consorzio ha manifestato gravi criticità circa la non economicità dell’appalto, paventando finanche, un esubero di personale rispetto il monte ore dello stesso in relazione ai servizi richiesti, nonostante tra giugno e settembre ben 5 unità siano andate in pensione alleggerendo di fatto il costo del personale e il monte ore dal consorzio considerato in esubero.
Come organizzazione sindacale abbiamo tentato ogni forma di confronto sempre rispedito al mittente dal consorzio CMF soprattutto quando abbiamo chiesto riscontri analitici dell’appalto. È del tutto evidente che non intendiamo sottostare alla politica di ricatto che l’azienda ha introdotto, come quella di ridurre il parametro orario ai lavoratori.
Abbiamo già fatto richiesta di un incontro per un intervento urgente al Presidente dell’Autorità Portuale Pino Musolino in qualità di Committenza per suffragare con gli uffici preposti quanto da noi scoperto. Ovvero che la prospettata situazione di eventuali ed ingiustificati esuberi, nonché di riduzione del parametro orario, che il Consorzio continua in maniera scellerata a sostenere, non trova giustificazione se non quella di trarne un maggiore profitto economico sulla pelle dei lavoratori. Attualmente il personale in forza a pieno parametro, come da contratto, non copre tutti i servizi contemplati nel suddetto appalto. Non soltanto si riscontra la incongrua situazione in cui il 38,91% dell’importo dell’appalto copre il 69,89% del monte ore totale dello stesso.
L’unica vera motivazione che possiamo intravedere è l’estrema massimizzazione dei profitti a discapito di lavoratori (molti anche in età avanzata) che devono essere spremuti nei periodi di picco e lasciati a casa con orario ridotto nei periodi di calma a danno delle già leggere buste paga”
Responsabile Confederale UGL
Sede Zonale di Civitavecchia
Fabiana Attig