ROMA – Mentre i ministri dell’energia dei Paesi del G7 sono, riuniti a Roma, attivisti di Greenpeace hanno aperto un enorme striscione dalla Terrazza del Pincio, che affaccia su piazza del Popolo, con scritto “G7: go renewable, go clean & independent”, perché lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica è l’unica via per aumentare l’indipendenza energetica.
Al G7 si discute di come ridurre la dipendenza dalla Russia, alla luce dell’intensificarsi della crisi ucraina. I leader delle maggiori potenze mondiali si preparano a fornire le risposte sbagliate: Paesi come Regno Unito o Polonia vorrebbero continuare a importare gas, petrolio e carbone cambiando fornitore, rivolgendosi ai mercati del Medio Oriente, del Caucaso o del Nord America. Questa politica metterebbe a rischio l’impegno dell’Europa per la lotta ai cambiamenti climatici.
“Chiediamo che con la riunione del G7 di oggi, a Roma, si compia il primo passo per porre fine alla dipendenza dalle fonti energetiche sporche e nocive – afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Clima ed Energia di Greenpeace Italia – Il nucleare e le fonti fossili sono la causadell’insicurezza energetica che minaccia la nostra economia: dunque non possono essere la soluzione. Tutti i sondaggi disponibili dicono che i cittadini europei esprimono uno schiacciante consenso allo sviluppo delle rinnovabili. È ora che i leader politici smettano di obbedire alle pressioni delle grandi lobby dell’energia e comincino a dare risposte concrete alle richieste dei cittadini.”
Alcuni Paesi, tra cui Regno Unito, Polonia, Stati Uniti e Canada, vedono nello “shale gas” la soluzione per garantire maggiore indipendenza energetica. Tuttavia un accresciuto sfruttamento di quella fonte sarebbe anche causa di enormi problemi ambientali e sanitari, e non avrebbe praticamente alcun effetto sulle importazioni del gas russo prima del 2030.
Sull’uso dello shale gas vi è già un divieto in Francia, mentre la SPD, che è parte della coalizione di governo in Germania, chiede che venga dichiarato illegale il fracking. Alcuni Stati vorrebbero tentare la via del nucleare; ma è chiaro, alla luce dei pochi reattori in costruzione in Europa – nonché dei problemi tecnici, di budget e di ritardo sui tempi di realizzazione che quei progetti scontano – che si tratta di una strada impraticabile. Per altri la soluzione potrebbe essere nel carbone: la fonte più deleteria per il clima, responsabile da sola di oltre il 40 per cento delle emissioni di gas serra.Greenpeace chiede ai leader del G7 e ai leader europei di promuovere stabilità e sicurezza energetica attraverso un grande piano di sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza. Un impegno concreto in questa direzione deve essere preso prima del summit sul cambiamento climatico promosso dal segretario delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, che si terrà il 23 settembre prossimo.