BRACCIANO – Due punti entro i limiti di legge, tre punti fortemente inquinati, uno inquinato. E’ questo l’esito del monitoraggio scientifico sul lago di Bracciano di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente per la salvaguardia dei bacini lacustri italiani, realizzata con il contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) e Novamont. I risultati delle analisi sono stati presentati stamattina da Giorgio Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente, e Roberto Scacchi, direttore di Legambiente Lazio, in un incontro pubblico nel quale, insieme ai comuni di Bracciano, Anguillara, Trevignano e Manziana, alla regione, al parco e alle associazioni locali, si è dato l’avvio di un percorso collegiale per affrontare le problematicità che emergono intorno alle foci dei fossi che scaricano nel lago.
“L’’obiettivo del nostro campionamento è di individuare le problematiche specifiche di un territorio, e la conferma anche quest’anno dell’inquinamento di alcuni punti evidenzia un problema su scarichi non depurati su cui è assolutamente necessario intervenire, in modo da valorizzare al meglio gli studi sull’intero ecosistema che ne dimostrano comunque un buono stato ambientale – commenta Giorgio Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente – Abbiamo analizzato il carico batterico derivante da scarichi non depurati che minacciano la qualità delle acque alle foci di fossi e torrenti, punti individuati negli anni grazie al lavoro dei circoli della nostra associazione e alle segnalazioni dei cittadini. I rilievi del laboratorio mobile di Legambiente non si sostituiscono a quelli degli enti istituzionalmente competenti ma vogliono integrarli con una fotografia puntuale, anche perchè è chiaro che rimane al centro delle problematiche il nodo della depurazione.”
L’associazione propone ai Comuni, al Parco, all’Università, alla Regione e ai cittadini di lavorare insieme sulla base di 5 punti: controllare e monitorare i fossi per eliminare scarichi abusivi e non che confluiscono e per una riqualificazione generale dei piccoli corsi d’acqua; operare sulla vecchia condotta del Cobis, che in caso di forti piogge porta tutto nel lago, per risolvere le perdite e rendere più efficace la raccolta dei reflui anche con la separazione delle reti fognarie, la realizzazione di vasche di raccolta degli scarichi dei troppo pieni e la fitodepurazione; attivare un continuo confronto tra le diverse conoscenze e monitoraggi del lago per far emergere criticità e misure di intervento; avviare un percorso di partecipazione che metta al centro cittadini, associazioni, operatori turistici, amministrazioni, enti per risolvere le attuando una politica di sistema e integrata del lago e del territorio circostante; promuovere campagne di informazione sul lago, le sue eccellenze e le sue critictà.
“Abbiamo voluto presentare insieme agli amministratori locali, al parco e alla Regione, i risultati del monitoraggio di Goletta dei Laghi, perchè in questo modo si apra una collaborazione tra i soggetti coinvolti che porti alla risoluzione delle problematiche senza più avvitarsi in sterili polemiche – spiega Roberto Scacchi, direttore di Legambiente Lazio -. Le analisi confermano le criticità relative alla depurazione già rilevate nel 2013 e le cause sono da individuare negli apporti inquinanti di scarichi non depurati, su cui è necessario un controllo approfondito da parte degli enti competenti e la messa in campo di interventi per la risoluzione del problema. È ottima la notizia arrivata dal Parco secondo la quale saranno attivati immediatamente i Guardiaparco nel monitoraggio dei fossi: sono queste le azioni da cominciare a mettere in campo e come Legambiente siamo disponibili fin da ora a collaborare con le amministrazioni comunali e gli altri soggetti per dare il nostro contributo”.
I prelievi e le analisi sono stati eseguiti dai tecnici del laboratorio mobile di Goletta dei laghi il 7 luglio. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.
Fortemente inquinati a Bracciano, la foce del fosso della Lobbra e la foce del fosso Grotta Renara, in località Rio delle Mole, Inquinata a Trevignano la foce del canale in corrispondenza dell’incrocio tra via della Rena e via San Pietro. Fuori dai limiti anche i campioni prelevati ad Anguillara Sabazia, presso l’emissario Arrone; in questo punto in particolare è stato effettuato infatti un doppio campionamento: uno nel lago a monte della chiusa, risultato fortemente inquinato, l’altro nell’Arrone, dunque a valle della chiusa, risultato inquinato.
Entro i limiti di legge, invece, ad Anguillara Sabazia, il prelievo effettuato nel lago in corrispondenza del civico 42 di via Belloni e a Roma la foce del fosso Polline.
Rispetto alle analisi dell’anno scorso si confermano fortemente inquinati i due punti di Bracciano e inquinato quello di Trevignano. Ad Anguillara Sabazia, se il prelievo a lago è anche quest’anno entro i limiti di legge, rimangono però i problemi per l’emissario Arrone.
Con la conferenza stampa finale prevista per domani mattina a Roma si avvia alla conclusione la tappa laziale della Goletta dei Laghi, sostenuta dalla Provincia di Roma, che in questi giorni non solo ha analizzato la qualità delle acque e denunciato le situazione critiche ma ha anche valorizzato buone pratiche diffuse sul territorio e promosso iniziative di volontariato ambientale. Come è accaduto ieri sul lago di Martignano, quando i volontari di Legambiente insieme ai diversi cittadini, hanno dato anche vita ad una pulizia straordinaria delle sponde del bacino, raccogliendo diversi sacchi di spazzatura abbandonata in un angolo di straordinaria naturalità.
All’incontro hanno erano presenti tra gli altri: Cristiana Avenali, consigliera regionale, componente della commissione ambiente della Regione Lazio; Paola Lucci, assessore all’ambiente del Comune di Bracciano; Maria Rosaria Botti, assessore del Comune di Anguillara Sabazia; Eleonora Brini, assessore del Comune di Manziana; Paolo Giuntarelli, direttore del Parco regionale di Bracciano Martignano; Giancarlo Torreggiani, responsabile settore ambiente del Comune di Trevignano Romano; Mattia Azzella, Dipartimento biologia ambientale, Università La sapienza di Roma.
I prelievi vengono eseguiti dalla squadra di tecnici che anticipa di qualche giorno l’equipaggio impegnato nella comunicazione. Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo mentre i campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile entro le 24 ore dal prelievo. Come da normativa “il punto di monitoraggio è fissato dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti o il rischio più elevato di inquinamento in base al profilo delle acque di balneazione. I parametri presi in considerazione sono gli stessi previsti per i controlli sulla balneazione in base al Decreto Legislativo del 30 maggio 2008 n° 116.
Contesta tuttavia i dati di Goletta Verde il Comune di Bracciano. “Quello che è emerso ben chiaro dalla presentazione di Legambiente è che aver individuato alla foce di quattro fossi valori di inquinamento non pregiudica la qualità delle acque del lago di Bracciano ritenute eccellenti per la balneazione in tutti i punti di campionamento dai dati forniti dall’ARPA Lazio e pubblicati a maggio, sullo standard degli ultimi anni” afferma l’assessore all’Ambiente Paola Lucci . “Legambiente con il suo lavoro di Goletta dei Laghi – commenta ancora l’assessore Lucci – segnala la presenza nei fossi, che la norma prevede con divieto di balneazione proprio per le criticità che possono presentarsi alla loro foce, di acque non depurate la cui origine deve essere individuata in tempi certi per garantire sempre maggiore tutela e salvaguardia di un bacino idrico con ecosistema in buono stato, all’interno di un Parco regionale, nelle cui acque è vietata da anni la navigazione di natanti a motore, dunque già ben protetto come sottolineato nella giornata di approfondimento. I fattori che possono causare sversamento – osserva l’assessore – di acque non depurate sono molteplici, dallo scarico abusivo alla fuoriuscita dallo scolmatoio dell’anello di raccolta dei reflui Cobis, al dilavamento legato alle forti piogge del periodo, andranno verificati singolarmente dai comuni rivieraschi e da quelli a monte le cui acque confluiscono nell’impianto di depurazione ma anche e soprattutto da enti sovracomunali che intervengono nei vari processi. La valenza dell’incontro è proprio nell’aver riunito le varie realtà in causa per il confronto su un tema a cui le amministrazioni si sono dimostrate ben sensibili ed attente e disponibili a verificare e porre rimedio alle criticità emerse dai rilevamenti di Goletta dei Laghi”.