CIVITAVECCHIA – L’Unione Inquilini Civitavecchia partecipa alla mobilitazione per le Giornate internazionali “Sfratti Zero” che dal 10 ottobre percorreranno il nostro paese durante tutto il mese per riportare l’attenzione sul tema dell’abitare. L’occasione per ribadire come manchino delle politiche abitative strutturali.
A evidenziare la questione quest’anno sono i dati drammatici sugli sfratti. Si conferma ancora una volta come la stragrande maggioranza degli sfratti sia per morosità (più dell’80% delle nuove sentenze).
Oltre 30.000 esecuzioni con la forza pubblica nel 2022, vuol dire 150 famiglie al giorno buttate in strada, senza che, nella stragrande maggioranza dei casi, vi sia un intervento pubblico di presa in carico delle fragili economiche, sociali e sanitarie.
Centomila richieste di esecuzioni forzata, con un incremento del 200%, vuol dire che si rischia nel prossimo anno un ulteriore incremento degli interventi della forza pubblica.
Un dramma sociale tanto più inaccettabile e stridente, perchè vissuto dai ceti più deboli della popolazione che subiscono la precarietà economica ed abitativa, mentre esistono nelle nostre città soffocate dal cemento innumerevoli stabili pubblici e privati in abbandono e alloggi vuoti.
A Civitavecchia la latitanza delle istituzioni, di Comune, Ater e Regione acuisce di giorno in giorno la sofferenza sociale, per cui aumentano coloro che perdono la casa e vanno ad allungare la graduatoria delle case popolari formata dalle 700 famiglie che aspettano da anni l’assegnazione. Gli alloggi di edilizia popolare assegnati in questi anni sono pochissimi, le manutenzioni degli immobili non vengono effettuate e si lasciano vivere gli inquilini in ambienti fatiscenti, come nel caso delle palazzine di via Betti, o sono addirittura sfollati e alloggiati in sistemazioni provvisorie, come per gli inquilini della palazzina di via XVI Settembre in attesa da quattro anni che venga abbattuto e ricostruito l’edificio.
Chiediamo inoltre spiegazioni in merito alla vicenda dell’edificio di via Veneto, edificato di recente, costituito da 40 alloggi pronti per la consegna, costruiti in parte per edilizia convenzionata e in parte sovvenzionata, che sono ancora da assegnare, nonostante i ripetuti annunci del Presidente/Commissario Ater puntualmente smentiti dai fatti.
In città esiste un patrimonio immobiliare pubblico e privato lasciato in abbandono e nel degrado, che invece potrebbe essere recuperato e destinato per il fabbisogno abitativo a canone sociale: i grandi edifici pubblici in centro urbano, come il complesso ex “Carcerette”, l’ex caserma Stegher, l’ ex presidio militare palazzo Gargana, l’area bonificata e abbandonata da anni di via Canova, per la quale esiste un progetto residenziale della Città metropolitana.
Un patrimonio che può tornare a diventare un valore aggiunto se restituito al patrimonio pubblico e destinato alle famiglie che subiscono la precarietà abitativa.
Riteniamo sia criminale lasciare immobili vuoti quando ci sono persone alle quali non viene garantito il passaggio di casa in casa o costrette alla strada.
Unione Inquilini Civitavecchia