CIVITAVECCHIA – “Abbiamo seguito con molto interesse l’intervista rilasciata a TRC dall’Ing. Severini circa il parco eolico offshore e l’impatto che lo stesso avrà sul territorio. Conveniamo con lui che è arrivato il momento che il territorio, che tanto ha spinto per la soluzione dell’offshore eolico, diventi protagonista attivo di questo cambiamento che, se gestito con la dovuta trasparenza sottraendolo a logiche speculative e con il coinvolgimento della comunità locale, si prospetta epocale per il futuro di Civitavecchia.
Un’idea progettuale che, vogliamo ricordare, nasce dalla lotta alla logica fossile e dal lavoro coordinato di comitati, associazioni, i sindacati (CGIL, UIL, UIL Pesca, FIOM, USB), con il ruolo molto attivo dell’ex Assessora alla transizione ecologica Roberta Lombardi che ha sintetizzato quanto prodotto da questa elaborazione collettiva nel suo progetto di transizione ecologica 2022/26 in cui alla fuoriuscita dal carbone e alla chiusura definitiva della centrale di TVN ha contrapposto il distretto delle rinnovabili e l’ambientalizzazione del porto con il progetto Porto Bene Comune.
Ora che il progetto è stato approvato e addirittura finanziato, è arrivato il momento di iniziare a parlare in termini più pratici e realistici.
Intanto pensiamo che l’Autorità di Sistema Portuale e il Comune debbano coordinarsi ed avere un ruolo molto più attivo di quello tenuto sino ad ora. Tanto per iniziare, ad esempio, dovrebbero attivarsi per individuare gli spazi dove poter immaginare la produzione delle pale eoliche e, nel contempo, pretendere dalla Regione l’avvio di un’importante piano di formazione professionale che possa consentire la riconversione dei lavoratori metalmeccanici fino ad oggi impegnati nella centrale di TVN, formandoli alle nuove tecnologie connesse alle rinnovabili e creando le nuove professionalità necessarie, così da risolvere l’annoso problema dell’occupazione locale che tanto soffre e soffrirà soprattutto in previsione della dismissione definitiva di TVN con la chiusura del carbone.
Un’azione che dovrebbe andare di pari passo con un serio confronto con ENEL circa la riconversione dell’area della centrale per comprendere quali progettualità possono, successivamente ad un’inderogabile azione di bonifica e coerentemente con l’idea di un distretto delle rinnovabili, trovare spazio in quei preziosi 97 ettari di costa.
Altro tema da affrontare è quello del posizionamento in mare degli aerogeneratori. Facemmo noi un incontro con i pescatori locali, da cui ricevemmo un positivo via libera all’offshore a patto che si potessero discutere, insieme con tutte le parti in causa, modalità e luogo di posizionamento in mare degli impianti.
In altre parole, riteniamo che si debba imprescindibilmente avviare una fase interlocutoria con il territorio in cui tutte le categorie, dai comitati ai sindacati, dai pescatori ai metalmeccanici, dalle imprese alle istituzioni, facciano la loro parte per chiudere definitivamente con l’era dei fossili e preparare il territorio ad affrontare degnamente un futuro di rinnovabili, con tutte le implicazioni e le innovazioni che questo potrà comportare.
Civitavecchia ha pagato pesantemente il proprio tributo all’era dei fossili, ora merita un futuro degno di tale nome e non lascerà che questo sia determinato dai primi speculatori di turno; noi saremo in prima fila in questa battaglia”
Unione Popolare Civitavecchia