CIVITAVECCHIA – “La piega che sta assumendo il Comitato di Coordinamento istituito presso il Mimit sulla questione Torrevaldaliga Nord suscita diverse perplessità.
Da un lato, dopo anni di chiacchiere, occorre riconoscere che parlare finalmente di aziende e investimenti è già un sensibile passo in avanti. Poi queste proposte pongono una lunga serie di interrogativi che dovrà avere risposta in un necessario incontro di approfondimento, visto che al momento buona parte del Comitato di Coordinamento – ossia la parte che non ha partecipato alla cosiddetta “task force” – non ha avuto modo di ricevere altre informazioni che una semplice slide di poche righe. Ma, come ripetiamo, è senz’altro positivo che si inizi a discutere di iniziative concrete.
Ciò detto, ci sono però dei punti che assolutamente non condividiamo, a partire dalla rinuncia di Enel a un impegno diretto con nuovi investimenti. Una sorta di inaccettabile “fuga” dal territorio – da ultimo contestata anche dal Presidente della XI Commissione presso la Regione Lazio, dott. Enrico Tiero – su cui i vertici dell’azienda elettrica e lo stesso Governo che partecipa al capitale della società sono chiamati a rispondere.
C’è poi un ulteriore aspetto che non solo ci preoccupa ma che riteniamo forse ancora più importante, attinente a un modo di procedere che di fatto non prevede una centralità di ruolo della parte pubblica. Questo perché nei fatti è esclusivamente Enel che sta selezionando le imprese potenzialmente interessate a insediarsi nelle proprie aree (e singolarmente pure in quelle in concessione), mediante rapporti bilaterali inevitabilmente orientati all’interesse delle parti e non a quello generale.
Viceversa, quello che abbiamo sempre richiesto è che il Ministero non si limitasse a “facilitare” le proposte Enel ma si impegnasse invece anch’esso nello “scouting” imprenditoriale, magari attraverso un professionista dello sviluppo come Invitalia e sulla base di concreti incentivi e finanziamenti pubblici. D’altro canto è la stessa legge istitutiva del Comitato di Coordinamento che parla di “sostegno” dei programmi di investimento e sviluppo imprenditoriale, concetto poi rafforzato anche dal Ministro Urso che mesi fa in Parlamento parlò apertamente dell’adozione di “strumenti agevolativi” per Civitavecchia e Brindisi.
In tal senso, auspichiamo che l’Accordo di programma positivamente annunciato per l’intero comune non sia finalizzato solo a una azione di raccordo tra amministrazioni e imprese, ma possa invece avvalersi anche di risorse pubbliche in grado di aumentare l’attrattività del territorio a nuovi insediamenti produttivi. Del resto non è accettabile che mentre si ammette l’intero mezzogiorno alle agevolazioni della ZES unica, le regioni del centro Italia e soprattutto un’area in piena crisi come quella di Civitavecchia siano costrette a contare solo sull’iniziativa privata. Servono invece adeguati incentivi, invece, così come serve una pronta istituzione della ZLS Lazio.
La drammatica mancanza di lavoro spinge a prendere un po’ quello che viene, perché nulla è peggio che non disporre di un reddito di cui vivere. Non è tuttavia possibile che approfittando dell’emergenza sociale qualcuno possa immaginare di proporre un pacchetto preconfezionato, che non risponda pienamente a quell’interesse generale espresso nel documento unitario della città su cui tutti – Comune, AdSP, parti datoriali e organizzazioni sindacali – si sono formalmente impegnati”
USB Civitavecchia