CIVITAVECCHIA – “Ad alcuni potrà sembrare strano che un sindacato di base come il nostro, fortemente radicato nella realtà portuale civitavecchiese e che non ha mai fatto sconti a nessuno, condivida in pieno le preoccupazioni espresse in questi giorni da molte imprese attive nel nostro scalo marittimo in merito alle ultime mosse del presidente Musolino. Tuttavia, l’idea di aumentare la sovrattassa sulle merci e farlo tra l’altro in un contesto che non si è ancora del tutto risollevato dalla crisi pandemica come se questa scelta non avesse implicazioni paurosamente negative anche sulle vicende di centinaia di lavoratori e lavoratrici ci infastidisce e ci preoccupa enormemente. Ed è proprio per questo motivo che riteniamo giusto e doveroso prendere una posizione netta e decisa contro questa iniziativa che riteniamo sbagliata non solo dal punto di vista delle strategie da mettere in campo per rilanciare il nostro porto, ma anche in relazione alle ambizioni che uno scalo come il nostro dovrebbe avere e che invece continua inspiegabilmente a soffocare.
Il porto di Civitavecchia, ancora troppo sbilanciato sull’indotto crocieristico, non riesce da anni a diversificare le sue attività, ad attrarre traffici importanti, a cogliere occasioni, ad immaginarsi forte e dinamico anche fuori da quella “comfort zone” coi minuti contati che è la movimentazione del carbone.
In questo senso ci dispiace evidenziare che in questi mesi a molo Vespucci, a dispetto di qualche comunicato autocelebrativo, ci sia davvero poco da festeggiare. Anzi, senza troppi giri di parole, possiamo tranquillamente affermare che per il porto di Civitavecchia il 2023 si stia configurando sempre di più come un anno nero sotto ogni punto di vista: la sicurezza sui posti di lavoro, il crollo della movimentazione delle merci in colli, la crisi nera dei container quasi del tutto scomparsi da Civitavecchia. Se a questo aggiungiamo che nell’indotto delle crociere, ossia in quel settore che dovrebbe essere il fiore all’occhiello del porto di Civitavecchia, decine di accompagnatori turistici vengono sottopagati con tariffe tra le più basse in Italia; che alcune società “in house” come la PAS sono nel mirino di spericolate manovre esternalizzatrici; e che l’altalenante andamento del mercato internazionale dell’automotive non sta certo rendendo la vita facile a tanti lavoratori portuali; il quadro di questa allarmante e complicata situazione è completo.
Per tutti questi motivi, in uno scenario così evidentemente compromesso, l’aumento della sovrattassa sulle merci ci sembra proprio la classica ciliegina sulla torta. Una torta immangiabile, indigeribile. Una torta che i lavoratori e le lavoratrici del porto di Civitavecchia non meritano davvero e che noi, come organizzazione sindacale, non siamo assolutamente disposti ad accettare silenziosamente”
USB Civitavecchia