CIVITAVECCHIA – “Sui cieli di Civitavecchia ci sono milioni di euro che potrebbero arrivare in città e cambiare il corso della sua storia. Sono i milioni di euro disponibili a Bruxelles sotto forma di fondi europei. Potrebbero arrivare ma non arrivano, semplicemente perchè non si è mai lavorato seriamente per portarli qui. Servono progetti seri e ambiziosi, che non durino l’arco di una stagione e non si accontentino delle briciole. E’ ora di iniziare a pensare in questa direzione. Non sta però ai privati riuscire ad ottenere questi fondi, è compito invece di chi amministra i territori”. E’ quanto afferma in una nota ufficiale Giuseppe Astolfi, Presidente del cda di Acanthus, il Polo Termale progettato a Civitavecchia.
“Alla società Acanthus fa piacere – prosegue la nota – che il Pincio abbia accolto con favore il progetto, presentato insieme alla Società Storica Civitavecchiese, per ripristinare il decoro nell’area pertinente il Campanile di S. Egidio , il che è solo il primo passo di un progetto più ampio e che va condiviso con l’amministrazione centrale per quel che riguarda il futuro in termini di crescita economica e occupazionale di Civitavecchia e dell’Alto Lazio. Sosteniamo questo perchè proprio l’amministrazione centrale considera quest’area una “parte integrante del patrimonio archeologico monumentale cittadino e bene comune della collettività”.
“Ecco, proprio in virtù dell’importante considerazione che il Pincio ha di quest’area, chiediamoci se da questo sito archeologico, che rimanda al fascino dei cavalieri templari e della via Francigena ha delle potenzialità oggettive in termini di marketing turistico, non possa partire un progetto che vada oltre una semplice azione di diserbo della vegetazione e conduca l’intero Alto Lazio in un altra prospettiva economica. Perchè – sottolinea il dirigente di Acanthus – se non si inizia a generare ricchezza portando investitori e investimenti in queste terre e dando inizio ad un virtuoso ciclo economico di continuo verranno messe le mani nelle tasche dei cittadini attraverso aumenti di tasse. Come sta accadendo in questo periodo. Oggi continuiamo ad assistere alla burocrazia che rallenta chi vorrebbe investire ed e’ invece veloce quando si tratta di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Una situazione non più sostenibile”.
“Si possono, e si devono, togliere le erbacce, ma questo deve essere la partenza di un vero progetto rivoluzionario per la storia di Civitavecchia e di conseguenza dell’Alto Lazio, perchè se non si conferisce un appeal diverso a questo campanile di certo avremo pochi visitatori e il ritorno della vegatazione sarebbe automatico. Vogliamo rivalutare davvero questo territorio? Allora non c’è altra strada se non quella di inserirlo in un contesto più ampio che arrivi a coinvolgere anche la Necropoli di Cerveteri. Per fare questo bisogna cercare di utilizzare i fondi europei, che sono tanti, proprio in questa direzione”.