CIVITAVECCHIA – “Come ormai evidente, nel territorio si stanno determinando palesi tensioni circa i progetti per il dopo carbone presentati da Enel. Progetti in realtà ancora non ben definiti, che tuttavia, con lo spettro del fine centrale che incombe su lavoratori e imprese, assumono sempre più la dimensione del “prendere o lasciare”.
In un simile stato di necessità, molti non riescono a cogliere l’incredibile “scippo” che sta però subendo la città, mentre altri, pur avendone piena coscienza girano la testa da un’altra parte.
Riassumendo si tratta di questo.
Fino a un anno fa, il percorso previsto dal Governo per il dopo carbone era ben chiaro: Civitavecchia avrebbe dovuto godere di strumenti agevolativi, in particolare di un “Contratto di sviluppo” di cui art. 43 Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112, finalizzato a favorire l’attrazione di investimenti privati con il sostegno di risorse pubbliche, sotto la direzione e il controllo di MIMIT/Invitalia. Per gli smemorati, cosi inequivocabilmente risulta dalle dichiarazioni alla Camera dell’ex Ministro MISE Giorgetti del 20 aprile 2022, dalle finalità espressamente assegnate al “Comitato di Coordinamento” di cui all’art. 24 bis della Legge 15 luglio 2022, n. 91, ancora dalle dichiarazioni alla Camera del Ministro MIMIT Urso del 4 ottobre 2023, e, da ultimo dal finanziamento di progetti per i Contratti di sviluppo di Brindisi e Civitavecchia di cui all’art. 1 comma 389 della Legge Finanziaria 2023.
Tutti impegni e provvedimenti che questo territorio si è conquistati, a partire dagli scioperi dei lavoratori e con il contributo di tutti gli attori coinvolti, sociali e istituzionali, incluso il meritorio lavoro parlamentare dell’On.le Battilocchio.
Solo che però, come si diceva, ad un certo punto è arrivato lo “scippo”. A dispetto del mandato stabilito il Ministero ha infatti operato un repentino dietrofront, decidendo di limitarsi a un mero ruolo di “facilitatore”, di non mettere un euro su Civitavecchia e di lasciare l’intera partita in mano a Enel: la quale non solo vuole abbandonare la città, ma oltretutto interpreta il post carbone in base ai suoi interessi. Risultato, magicamente non si è parla più di Contratto di sviluppo, né di utilizzo di risorse statali e né di gestione pubblica dei programmi di investimento. Tutto svanito.
Per questo i progetti selezionati da Enel sono stati semplicemente comunicati senza alcun confronto, e per questo, in base alle diverse aspettative, hanno iniziato ad attrarre anche molte critiche. Tranne forse su un punto: ossia il palese e colpevole ritardo delle proposte stesse rispetto ai tempi del fine carbone, su cui in effetti tutti concordano, anch’esso frutto del cambio di direzione imposto dal Ministero.
Come organizzazione sindacale – al pari delle altre – abbiamo quindi chiesto di incontrare le imprese proponenti per approfondire i rispettivi progetti, finora riassunti in una misera slide. Ma è chiaro che si sta giocando su un terreno scelto da altri, a seguito di un inopinato disimpegno della parte pubblica che rischia di produrre seri danni alla città.
In tal senso, crediamo sia quindi ora di chiamare in causa direttamente il Governo, affinché Civitavecchia ottenga un necessario strumento agevolativo: ovvero quel “Contratto di sviluppo” già in effetti accordato, che come succede in tante altre aree di crisi potrebbe ben attrarre ulteriori investimenti, anche in settori diversi. Il che farebbe una bella differenza.
Il tutto restituendo una dovuta centralità al “Comitato di Coordinamento”, quale istituto atto a perseguire l’interesse generale e non a riportare decisioni assunte altrove, e sempre con un obiettivo che riteniamo minimale: ossia quello di non dismettere la centrale di Torrevaldaliga Nord finché i progetti per il dopo carbone non abbiano assunto vera concretezza, con tempi di attuazione certi e opportune garanzie occupazionali.
Abbiamo il fondato timore che senza una simile correzione di rotta questa città sia destinata non solo a dividersi, bensì a perdere opportunità vitali per il suo futuro. Su questo, chiediamo pertanto all’Amministrazione Comunale di aprire un confronto con tutti gli attori del territorio, anche per capire se tutto va bene così o c’è invece chi come noi voglia riavere ciò che ci spetta. Ciò che era già nostro.
Prima che lo “scippo” sia portato definitivamente a termine”
USB Civitavecchia