“Abbiamo preso la difficile decisione di evacuare il nostro personale e le loro famiglie dall’area dell’ospedale Al-Aqsa, dopo giorni di combattimenti dell’artiglieria nella zona centrale di Gaza e in seguito all’ordine di evacuazione diffuso dalle forze israeliane in tarda mattinata con dei volantini nei quartieri attorno all’ospedale” E’ il comunicato del 6 gennaio di MSF , Medici Senza Frontiere, sulla terribile situazione che il personale dell’organizzazione sta affrontando nella Striscia di Gaza e che li ha costretti ad abbandonare l’ospedale. “Con un grosso peso sul cuore siamo costretti ad evacuare mentre i pazienti, il personale ospedaliero e molte persone in cerca di un posto sicuro rimangono nei locali dell’ospedale” dichiara Carolina Lopez, Coordinatrice dell’emergenza di MSF. Il 5 gennaio, alle 13:30, un proiettile ha perforato pesantemente un muro del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Al-Aqsa. Negli ultimi due giorni gli attacchi dei droni e il fuoco dei cecchini erano a poche centinaia di metri dall’ospedale. “La situazione è diventata così pericolosa che alcuni membri dello staff che vivono nelle zone limitrofe non hanno potuto lasciare le proprie case a causa del rischio continuo di droni e cecchini. La conseguente riduzione del personale nell’ospedale ha avuto un impatto sull’assistenza ai pazienti. Ribadiamo che Israele ha l’obbligo, secondo il diritto umanitario internazionale, di proteggere i pazienti e il personale che ancora lavora nell’unico ospedale funzionante nell’area centrale di Gaza” conclude Carolina Lopez. “Continuiamo a chiedere con urgenza un cessate il fuoco prolungato per evitare altri morti e feriti. Nessuno e in nessun luogo è al sicuro a Gaza” conclude il comunicato di Medici Senza Frontiere
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