CIVITAVECCHIA – I cittadini portatori di handicap hanno tutti e in ogni luogo i medesimi diritti all’assistenza da parte delle famiglie e delle istituzioni? A Civitavecchia sembra di no: qui le famiglie che hanno in cura un disabile e confidano nell’aiuto delle istituzioni devono armarsi di doppia pa-zienza per superare osta¬coli imprevisti.
Serve raccontare quello che accade nel Centro di riabilitazione e reinserimento Alessandro Boggi di Santa Severa: là gli ospiti provenienti da vari Comuni del Lazio sono tutelati da una contribu¬zione economica della Regione e, pro quota, della ASL e dei Comuni di provenienza; ma il Comune di Civitavecchia, unico nella Regione, rifiuta di corrispondere la propria quota di contribuzione a far data dal marzo 2012, quando il Comune era in amministrazione commissariale.
In questi tre anni sono risultati vani i tentativi di superare i cavilli burocratici dell’Amministrazione comunale, tentativi posti in atto dall’Azienda UNISAN – affidataria della gestione del Centro per conto del Consorzio Ri.Rei. e della Regione Lazio – e dai congiunti dei disabili. Recentemente la sottoscritta si è vista persino rifiutare un incontro con il Sindaco, richiesto nella qualità di Presidente dell’Associazione per la tutela dei diritti umani.
Da parte sua, la UNISAN ha affidato al proprio legale l’onere di tutelare i propri legittimi interessi non soltanto davanti al Comune, ma anche davanti ai familiari degli assistiti in quanto responsabili in solido. Per cui, in conclusione, se il Comune non paga, tocca ai familiari farsi carico degli oneri economici dell’assistenza.
Tutti gli altri Organismi preposti all’applicazione della legge 104 del 1992 (Assistenza, integrazione sociale e diritti delle persone con disabilità) hanno preso atto dell’accreditamento della Unisan e contribuiscono pro quota al mantenimento del Centro A. Boggi di Santa Severa: vale per la Regione Lazio, vale per la ASL RM/F, vale per i vari Comuni limitrofi. Penso che il Comune di Civitavecchia debba quanto meno spiegare prima alle famiglie degli ospiti del Centro, poi a tutti i cittadini le ragioni fondate, se ci sono, di questo disser¬vizio e del suo solitario comportamento. O altrimenti penso che debba revocare la delibera commis¬sariale del 2012 che ha dato origine a quella che ritengo una vera ingiustizia e un sopruso nei con¬fronti di famiglie colpite da un disagio doloroso e oneroso.
Giuliana Buzzi – Presidente ASTUD Associazione Tutela Umani Diritti