CIVITAVECCHIA – Porta chiusa al Partito democratico e unità del centrosinistra ancora lontana. La presa di posizione che arriva dal Circolo cittadino di Rifondazione comunista, all’indomani del confronto tenutosi all’interno della Festa de l’Unità sul futuro della coalizione, è infatti alquanto perentoria, con il Prc che lascia chiaramente intendere di non vedere ancora superate le divisioni e i contrasti che portarono alla rottura del 2014 e alla conseguente vittoria Cinque Stelle. Sotto accusa, in particolare, proprio il Partito democratico. Di seguito la nota integrale del Prc.
“Il 31 Agosto il PRC di Civitavecchia, su gentilissimo invito del Segretario locale del PD Enrico Leopardo, ha partecipato ad una discussione sul futuro del centrosinistra cittadino a cui erano presenti altre forze che si richiamano ad una visione precisa della politica e che vogliono superare l’attuale crisi di consensi e rappresentanza che penalizza ognuna delle formazioni politiche di questo schieramento. Senza volerla buttare in discussioni riguardanti i “massimi sistemi” e volendo evitare di ideologizzare troppo le questioni argomentate, noi poniamo dei dubbi di fondo al momento non superabili. Il Partio della Rifondazione Comunista Nazionale ha espresso nel suo ultimo Congresso la tassativa scelta di proporsi a tutti i livelli istituzionali come alternativa alle politiche del Partito Democratico (che, ricordiamo, è tuttora alleato con la destra), le quali sostanzialmente ci rendono difficile capire quale sia per questo partito il “recinto” della cosiddetta sinistra. Le politiche sul lavoro, il Jobs Act, l’aziendalizzazione della scuola pubblica, le privatizzazioni, l’austerità, le politiche abitative, il taglio dei fondi per i Comuni, le politiche europee ed estere, i tagli alla sanità ed una legge elettorale che anti democraticamente taglia fuori la possibilità di potere esercitare una sana opposizione, ci lasciano concludere che di sinistra c’è ben poco nelle scelte del PD. A livello locale è bene notare come l’evitare di approfondire tali tematiche si trasformi in penali che si pagano care, con amministrazioni instabili e brevi (Saladini e Tidei) le quali, di conseguenza, sfociano poi nel populismo e nell’anti-politica di matrice grillina. Ricordiamo come alla caduta della giunta guidata da Pietro Tidei la risposta fulminea che diede il PD fu quella di presentare nuovamente, come nulla fosse, il Sindaco appena decaduto. Una scelta senza possibilità di appello, senza dialogo e con l’impossibilità, quindi, di poter conciliare alcuna posizione. Ad oggi non riusciamo a capire se sia stata fatta una critica a quelle esperienze o se, invece, le scelte da loro prese siano state considerate giuste. Quello che chiediamo alla Sinistra cittadina, se mai ci fosse la volontà di rimboccarsi le maniche, è di non usare più la formula delle “ammucchiate che tirano” costituite da formazioni che non hanno mai avuto nulla in comune, né condiviso una lotta per diritti negati e di cercare di creare momenti condivisi e collaborazioni nella risoluzione di problematiche importanti a cui da anni nessuna amministrazione riesce a dare risposta. Chiediamo un po’ di pratica e qualche passo indietro. Cercheremo nel futuro di incontrare singolarmente ogni forza politica che voglia ragionare in questi termini e che intenda affrontare realmente questioni di fondo ben precise. Vogliamo confrontarci con tutti e sentire quali idee abbiano sul lavoro, sulla casa, sui rifiuti, su Enel, sul porto e tutta una serie di tematiche centrali per la nostra città, che anche questa Amministrazione non affronta assolutamente in maniera adeguata. Speriamo che altre forze politiche, oltre alla nostra, siano di questo avviso e che si faccia concretamente riferimento a quelle dinamiche nazionali che vedono la nascita di nuovi contenitori politici creati, appunto, in opposizione alle scelte del Partito Democratico. Insomma ci aspettiamo che questo tipo di impostazione sia la norma. Per tutto questo noi ci siamo, altro non è più tollerabile”.