La città ha celebrato la tradizione ieri sera con le “Pastorelle” di Civitavecchia. Il centro, illuminato per le feste natalizie, ha accolto i cittadini tra i vicoli della parte storica e il moderno corso che nasconde, tra le intime parti delle sue rovine sotterranee, la storia di questa città così genuina e umana quanto schiava e sfruttata. I gruppi di pastorelle che si aggiravano per le strade hanno regalato momenti di festa, permettendo, anche solo per qualche minuto, di respirare l’aria natalizia in un periodo così drammatico. Gruppi di ragazzi, donne uomini e bambini, hanno intonato i classici di natale tra tradizione e modernità. Tanta voglia di regalare qualcosa di importante ai cittadini, tanto talento, bravura e coinvolgimento, la nostra città ha tanto da dare quando si lascia venire fuori il meglio spontaneamente. Persone generose che hanno impegnato il loro tempo per donare agli altri.
E’ un Natale diverso questo, che si accinge a celebrare la nascita di Gesù questa sera, in quella terra di Palestina che oggi è scenario del massacro di un popolo. Non possiamo non chiederci se Gesù, quest’anno, abbia veramente voglia di nascere. Se il primo vagito di un bambino è l’ultimo esalato da un altro. Se le doglie di Maria sono il ventre dilaniato di una donna palestinese. Mentre il potere scarta regali, all’ombra di enormi alberi illuminati, nell’ipocrisia dei loro brindisi, l’umanità versa sangue sotto bombe targate “democrazia”