La peste dal V secolo ad oggi

CIVITAVECCHIA – Dal dottor Giovanni Ghirga riceviamo e pubblichiamo

La peste. Solo nel secolo scorso, la popolazione umana è stata colpita da numerose pandemie quali la COVID-19, l’HIV e varie epidemie di influenza, solo per citarne qualcuna. Alcune sono durate per secoli e persistono ancora oggi, come la tubercolosi. Altre sono spesso considerate relegate ai libri di storia.

Prima del XX secolo, il minaccioso primato della malattia più mortale era tenuto in Europa e nelle aree circostanti dalla peste bubbonica. Tre grandi pandemie di questa malattia si sono verificate negli ultimi 1.500 anni .

La prima si verificò tra il V e il VII secolo e uccise circa 15 milioni di persone nel bacino del Mediterraneo, colpendo duramente gli imperi bizantino, sasanide e romano.

Una seconda epidemia molto più estesa, chiamata Peste Nera, si verificò poi nell’Europa del XIV secolo, durante la quale morirono oltre 50 milioni di persone, circa il 50% dell’intera popolazione europea.

La terza ondata di questa pandemia si verificò poi a livello globale nel XIX e XX secolo, uccidendo altri 30 milioni di persone in tutto il mondo, molte delle quali in Cina e in India. Tuttavia, dagli anni ’60 in poi, i casi sono calati drasticamente e la peste bubbonica non è spesso considerata una malattia moderna. Nonostante ciò, è stato recentemente segnalato un nuovo caso negli Stati Uniti, rinnovando l’interesse per questa malattia.

Sebbene non sia più diffusa in molte parti del mondo, la peste bubbonica è ancora presente in alcune zone geografiche e può diffondersi nelle comunità se si verificano le giuste condizioni.

La peste bubbonica, in breve la peste, è causata da un batterio chiamato Yersinia pestis. Esistono tre tipi di peste causati da questo patogeno, ognuno con una parte diversa del corpo come sito principale di infezione: la peste polmonare è principalmente basata sull’interessamento dei polmoni, la peste setticemica è principalmente basata sulla diffusione ematica del batterio e la peste bubbonica la quale interessa principalmente i linfonodi.

Sebbene una forma possa trasformarsi in un’altra durante un’infezione, in genere la forma dalla quale una persona é affetta dipende dal modo in cui è stata contratta.

La peste bubbonica è la forma di infezione da Y pestis che si diffonde tramite pulci che vivono su piccoli animali, per lo più roditori come il ratto domestico e quello dei campi.

Questi roditori fungono da serbatoi per i batteri: mostrano sintomi minimi o nulli ma possono trasmettere i batteri ad altri, compresi gli esseri umani.

Questa trasmissione dai roditori all’uomo avviene tramite le pulci. Questi insetti mordono i ratti e in seguito possono saltare e mordere un essere umano, iniettando il batterio della peste nel sistema linfatico dell’uomo. I batteri poi viaggiano attraverso questo sistema fino ai linfonodi e inizia l’infezione.

Il sintomo principale della peste bubbonica sono i linfonodi ingrossati, solitamente nel collo, nell’inguine, nelle cosce e nelle ascelle. Questi linfonodi ingrossati, chiamati bubboni, possono diventare neri e infettare i tessuti circostanti. Possono anche scoppiare e rilasciare il pus presente nel loro interno.

Altri sintomi includono febbre, mal di testa e vomito; il patogeno può diffondersi ad altre parti del corpo, come i polmoni ed il sangue, e causare altre forme di peste. La peste bubbonica uccide il 30-60% delle persone, mentre la peste polmonare e quella setticemica sono sempre fatali se non curate.

La combinazione cruciale di vettore (pulce), serbatoio (roditore) e batteri ( Y pestis ), tutti presenti insieme e a stretto contatto con gli esseri umani, ne determina la diffusione.

Dr Giovanni Ghirga
Pediatra