CIVITAVECCHIA – La verità su cosa è accaduto all’ospedale San Paolo di Civitavecchia e su come è stato possibile che si sia verificato un focolaio, pare stia emergendo in tutta la sua drammaticità. Le parole del Dott. Marco Benedetti, nel comunicato della Anaoo diramato questa mattina, sembrano delineare chiaramente la situazione generatasi all’interno del nosocomio e ricaduta pesantemente sulle spalle degli operatori sanitari. Tagliente e doloroso leggere il grido di allarme che, fin da subito, è stato lanciato dal personale medico a cui nessuno, per settimane, ha dato risposte chiare.
Un ospedale “devastato, con delle trasformazioni profonde che purtroppo hanno dimostrato pecche nelle procedure, nei percorsi, nella comunicazione, nella formazione e nei dispositivi”, le parole di Benedetti. Ed appare sconcertante la ricostruzione fornita da Benedetti su quanto accaduto dal 29 Febbraio al 10 Marzo: “Lasso di tempo sufficiente per appestare tutto un ospedale, specie con DPI non all’altezza e con scarsi quantitativi degli stessi, senza alcun riscontro. Mentre il personale di Medicina (sempre pochi) si affannava a trattare i pazienti che arrivavano a frotte, con appoggi in altri reparti, con gli scarsi mezzi messi a disposizione, non è stato tempestivamente chiuso l’accesso ai famigliari”.
Il nostro giornale, recependo preoccupazioni e istanze pervenute numerose in redazione, in queste settimane ha sollevato molte domande, cercando di far luce su quanto stava accadendo; ma risposte esaurienti non sono mai arrivate neanche a noi. Dal 29 Febbraio, siamo al 7 Aprile, la risposta più ricorrente, utilizzata quasi come un mantra, è stata: “C’è troppa gente in giro”. Quello che invece continuava a passeggiare era il silenzioso virus Covid, insinuandosi tra i vari reparti dell’ospedale e causando una mattanza nel personale sanitario. Personale che è di certo vittima e non responsabile della situazione.
Il bollettino di oggi della Asl Roma 4 dichiara 1 nuovo positivo su Civitavecchia, per un totale di 180 positivi riscontrati. Numeri incoraggianti rispetto ai giorni precedenti, nonostante l’inevitabile cautela che occorre prima di poter pensare che la parabola dei contagi sia finalmente cominciando ad essere discendente. Ma forse non è un caso che i numeri stiano cominciando a diminuire dopo che la reale situazione del San Paolo, con le indispensabili contromisure, è emersa in tutta la sua criticità.