CIVITAVECCHIA – E’ una lettera di dure accuse quella che il Dott. Marco Benedetti, della Direzione Nazionale ANAAO ASSOMED, ha inviato ai vertici aziendali della Asl Roma4, denunciando errori e ritardi nella diffusione di un focolaio di coronavirus all’ospedale San Paolo di Civitavecchia e invocando misure urgenti ed incisive per contrastare la diffusione del virus. Di seguito il testo integrale della lettera.
“Gent.mi Direttori,
ieri ho saputo dell’ennesimo caso di positività di una collega della Medicina (la quinta del reparto) oltre ad una infermiera sempre della Medicina, e non so quanti altri casi vi siano in giro per il San Paolo.
Mi sono giunte tra l’altro informazioni che la collega, positiva dal giorno 1, è stata informata e solo per vie traverse il giorno 4, segno di un costante e pericoloso ritardo di comunicazioni.
Non ho più parole per esprimere il disagio, la sfiducia e la paura che sono diffusi in ospedale e questi sentimenti si esprimono purtroppo, in certi casi, con manifestazioni di rabbia che sono devastanti per il lavoro che svolgiamo tutti noi, nel miglior modo possibile o in quello che ci è appena consentito dalla nostra specializzazione.
Mi riferisco all’audio che ieri è circolato per Civitavecchia (ma anche a Roma) ed alla controreplica che … insomma, non è stata partorita ad Oxford: quando sento dire che è una patologia leggera, che muoiono solo quelli vecchi che sono pieni di malattie, mi viene in mente subito la morte di tutti quei colleghi in Italia, degli infermieri (alcuni suicidi), del poliziotto di 52 anni della scorta del presidente Conte.
Il mese di marzo ha devastato il nostro ospedale, con delle trasformazioni profonde che purtroppo hanno dimostrato pecche nelle procedure, nei percorsi, nella comunicazione, nella formazione e nei dispositivi.
Vi abbiamo inviato alcune mail che hanno indicato gli errori procedurali, le superficialità, le carenze di mezzi, di dispositivi e di organici, specificando date, orari, luoghi, percorsi, perfino paziente 1 e paziente 2 e i loro movimenti all’interno dell’ospedale: il tutto tra il 29 febbraio e il 10 marzo, il lasso di tempo sufficiente per appestare tutto un ospedale, specie con DPI non all’altezza e con scarsi quantitativi degli stessi, senza alcun riscontro.
E’ stata perfino richiesta la possibilità di una consulenza esterna infettivologica per meglio definire alcune procedure e terapie, senza riscontro.
Mentre i colleghi della Medicina (sempre pochi) si affannavano a trattare i pazienti che arrivavano a frotte, con appoggi in altri reparti, con gli scarsi mezzi a disposizione, non è stato tempestivamente chiuso l’accesso ai famigliari: il 16 sera io stesso ho personalmente suggerito alla collega di guardia di chiudere le porte ai parenti in Medicina.
Perché si è aspettato così tanto?
Gli stessi colleghi, davanti a questo disastro organizzativo, si sono tassati a quel tempo per acquistare alcune tute da biocontenimento (visti i ritardi), avendo lavorato fino ad allora con il camice idrorepellente, la mascherina Ffp2/3, soprascarpe etc. ma solo nelle due stanze Covid, mentre soprattutto in Medicina Donne il virus si stava tranquillamente diffondendo.
Come ho già detto in altre sedi e pubblicamente, il nostro ospedale ha sempre lavorato in maniera più che dignitosa ed efficiente in molte delle sue specialistiche, ma le caratteristiche strutturali, i dispositivi ambientali (in primis le stanze a pressione negativa) e gli organici non potevano assolutamente permettere la presenza di un intero reparto Covid e quello che purtroppo sta accadendo non fa altro che confermare le nostre previsioni: non si è mai visto o sentito, nella nostra Regione, di un ospedale diventare Covid nella stessa sede di un focolaio.
Gent.mi Direttori, vi chiedo cortesemente, per l’ennesima volta
1-di fermare questa mattanza di personale sanitario;
2-di bloccare tutti gli accessi medici di PS;
3-di trasferire i pazienti Covid presenti in ospedale in strutture più adeguate della nostra;
4-di trasformare il San Paolo in un ospedale di supporto come previsto dall’Ordinanza del Presidente della Regione Lazio n.Z00003 del 6 marzo 2020;
5-di eseguire una sanificazione generale e approfondita di tutti gli ambienti ospedalieri.
In attesa di un sollecito riscontro porgo distinti saluti”.
Dott. Marco Benedetti – Direzione Nazionale ANAAO ASSOMED