CIVITAVECCHIA – Folto pubblico ieri pomeriggio nella sala della Cittadella della musica a Civitavecchia per il Convegno organizzato dalla Asl Roma F sul tema “Il Servizio vaccinazioni incontra il territorio”.
Il ministero della Salute ha recentemente pubblicato le coperture vaccinali a 24 mesi d’età relative all’anno 2014 (bambini nati nel 2012). Le coperture nazionali contro la poliomielite, il tetano, la difterite, l’epatite B e la pertosse che nel 2013 erano di poco superiori al 95% (valore minimo a garanzia del controllo della malattia e quindi della salute pubblica); nel 2014 queste coperture sono scese al di sotto di tale soglia. La situazione è peggiore per morbillo, parotite e rosolia la cui diminuzione è di quasi 4 punti percentuali rispetto al 2013 (dal 90,3% all’86,7%).
Oggi se un 6-7% dei bambini non viene correttamente vaccinato contro le principali malattie dell’infanzia, il risultato è che ogni anno in Italia circa 30.000 bambini sono più o meno totalmente sprovvisti di copertura vaccinale. Circa 50.000 bambini ogni anno restano senza protezione nei confronti di morbillo, parotite e rosolia.
Come segnalato nell’introduzione dal Direttore Generale della Asl RmF dott. Giuseppe Quintavalle, anche nella nostra azienda sanitaria il calo delle coperture vaccinali negli ultimi due anni si sta facendo sentire, ma poiché partivamo da valori di assoluta eccellenza oggi la situazione non è ancora così grave. In ogni caso se questo trend non si inverte prontamente, nel giro di pochi anni ci troveremo in una situazione di rischio anche noi.
Nel nostro comprensorio, è stato evidenziato, in soli quattro anni si sono accumulati quasi 1.000 bambini che non hanno completato il ciclo vaccinale contro la poliomielite, di questi ben 145, per volontà dei genitori, non hanno mai eseguito neanche una vaccinazione antipolio. Ancora più seria la situazione del morbillo; quasi 800 sono i bambini lasciati senza protezione sempre per scelta dei genitori e malgrado i ripetuti solleciti della Asl in accordo con i Pediatri di Famiglia. Problematico anche l’andamento della vaccinazione antinfluenzale vittima di periodici allarmi infondati. La copertura negli anziani è scesa al di sotto del 50% (eravamo arrivati al 70) negli anziani.
“Gli andamenti temporali – ha illustrato nel suo chiarissimo intervento il dott. Stefano Sgricia, Direttore del Servizio Vaccinazioni della Asl Roma F – dimostrano chiaramente che non si tratta di una flessione temporanea ma una tendenza che sembra consolidarsi di anno in anno. Sebbene il decremento sembri limitato, la riduzione delle coperture vaccinali a 24 mesi che si è registrata in questi ultimi anni per poliomielite, epatite B, difterite e pertosse, può portare alla creazione di sacche di persone suscettibili con conseguenze gravi a causa della perdita dei vantaggi della immunità di gregge. Anche per malattie attualmente non presenti in Italia, come polio e difterite, c’è sempre il rischio di casi sporadici. Un esempio – ha proseguito il dott. Sgricia – è quanto accaduto lo scorso mese di giugno in Spagna, dove un bimbo di 6 anni è deceduto a causa della difterite. In Spagna, l’ultimo caso di questa malattia era stato segnalato nel 1986. Il bambino non era stato sottoposto ad alcuna vaccinazione per scelta dei genitori. Decessi si sono registrati in Italia per morbillo, pertosse (uno anche nella nostra Asl) e tetano (due casi nella nostra Asl uno dei quali mortale). La maggior parte degli agenti infettivi che causano malattie come la polio, la difterite o il morbillo circolano ancora e costituiscono comunque una minaccia per le persone lasciate suscettibili; nel caso spagnolo infatti le indagini epidemiologiche eseguite hanno dimostrato che decine di bambini intorno al caso indice erano stati contagiati dal batterio della difterite ma, essendo vaccinati, non si erano ammalati.”
Quest’anno la Regione Lazio, e quindi anche la Asl RmF, propongono anche la vaccinazione contro lo pneumococco. In un anno il costo delle sole polmoniti è di circa 2.000.000 di euro solo per i ricoveri ospedalieri. “Le vaccinazioni quindi – ha sottolineato nelle sue conclusioni il Dott. Quintavalle – conferiscono una protezione efficace e sicura all’individuo ed alla popolazione nel complesso ma rappresentano anche un elemento di appropriatezza prescrittiva e risparmio per il sistema sanitario regionale contribuendo alla sostenibilità economica dello stesso. Le motivazioni di questa crescente ostilità nei confronti delle vaccinazioni non sono motivazioni sanitarie o tecniche; i vaccini sono sempre stati e sono tutt’ora un’arma efficace e sicura per prevenire malattie pericolose e diffuse. Non si sono verificati incidenti, non ci sono situazioni allarmanti e tutte le ricerche mirate a verificare l’associazione delle vaccinazioni con questa o quella patologia danno sempre esito tranquillizzante. ‘Più si cerca e meno si trova’ potremmo dire. Grazie alle vaccinazioni malattie gravi che in passato hanno causato milioni di decessi e di casi di disabilità sono diventate rare. Molti genitori di oggi sono cresciuti senza avere alcuna cognizione dei rischi causati dalle malattie prevenibili con le vaccinazioni e dei benefici che derivano dalla immunizzazione per l’individuo e per la comunità: le precedenti generazioni ben comprendevano invece il valore dei vaccini perché avevano avuto una esperienza diretta o indiretta dei danni causati da queste malattie. La mancata percezione del rischio di malattia da parte dei genitori e della popolazione è un elemento importante a giustificare queste diffidenze, hanno commentato sia il Dott. Stefano Sgricia sia gli altri relatori intervenuti. Inoltre la confusione informativa generata soprattutto dai social, la scarsa attitudine alla prevenzione in tutti i campi, le vere e proprie truffe che si trovano online completano un quadro di disinformazione complessiva e pericolosa”.
Grande impatto ha avuto la relazione della dott.ssa Amelia Vitiello che ha raccontato con accorata passione l’esperienza tragica con la meningite meningococcica che la ha portata a presiedere l’associazione “Liberi dalla meningite” che promuove le vaccinazioni pediatriche sulla scorta delle esperienze negative vissute dai promotori. Nella tavola rotonda finale gli stakeholders intervenuti (giornalisti, AUSER nazionale, sindacati dei pensionati, mondo della scuola) hanno dato il loro personale supporto e la disponibilità a collaborare con la Asl, i medici di medicina generale e di pediatri di libera scelta per il miglioramento complessivo in termini di cultura e partecipazione alle iniziative di prevenzione in genere, sia vaccinali che non.
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