Potenziato il supporto sanitario nei due istituti penitenziari cittadini

CIVITAVECCHIA – Revisionata dalla Asl Roma 4 l’organizzazione delle attività OSS e ausiliario presso la medicina penitenziaria. Dal giorno 30 marzo, infatti, presso la medicina penitenziaria Casa Circondariale, è stato assegnato un nuovo ausiliario per un totale di 20 ore settimanali. Successivamente la Protezione Civile ha istituito una Unità socio sanitaria nazionale per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid 19 presso gli Istituti Penitenziari. Gli O.S.S. sono stati assegnati a ciascun Istituto Penitenziario del Lazio su indicazione del Ministero Grazia e Giustizia.

Sono stati assegnati 8 OSS (4 per ogni sede penitenziaria) dal 4 maggio fino al 31 luglio per il contenimento e contrasto dell’emergenza Covid. Degli 8 Oss reclutati hanno aderito 5 persone, che hanno preso servizio ieri mattina, mercoledì 20 maggio, nei due istituti penitenziari cittadini.

IL DAPSS (Dipartimento delle professioni Sanitarie e Sociali) in collaborazione con la Direzione del Distretto 1 e il Direttore degli Istituiti Penitenziari – si legge in una nota della Asl – ha individuato specifiche attività di supporto per ottimizzare la presenza dei volontari che si sono dimostrati da subito entusiasti di sostenere e collaborare con la nostra Asl per il benessere della popolazione detenuta. Il setting della medicina Penitenziaria è particolarmente complesso poichè è necessario individuare i diversi approcci alla salute, decodificarli ed offrire contestualmente una chiara chiave di lettura per l’assistenza al detenuto. L’orientamento è sicuramente quello di porre maggiore attenzione per i bisogni espressi dai detenuti rispetto a quelli della popolazione libera, visto che il detenuto, privato della libertà, si trova in una oggettiva posizione di svantaggio rispetto al cittadino comune. L’ OSS sotto la guida dell’infermiere, garantisce l’attuazione della pianificazione individualizzata dei bisogni. altro aspetto da considerare è rivolto al fatto che la popolazione detenuta è multietnica e multiculturale, di conseguenza spesso è difficile condividere con qualcuno di altra cultura/etnia la nostra concezione di salute/malattia. In questo scenario la presenza dell’OSS facilita il percorso assistenziale soprattutto in questa fase II dell’emergenza, coadiuvando tutte le attività infermieristiche e finalizzate al raggiungimento del benessere psico fisico della Persona in detenzione”.