ROMA – La rappresentanza italiana della L.M.H.I. – Liga Medicorum Homeopathica Internationalis – esprime il più profondo cordoglio ai familiari del piccolo Francesco, il bambino di 7 anni morto a causa di una otite curata con l’omeopatia e sul cui decesso è in corso una indagine della magistratura. Al tempo stesso esprime la sua posizione su quanto accaduto.
“Ogni omeopata – si legge in un comunicato stampa della LMHI – in quanto medico, agisce responsabilmente secondo scienza e coscienza: le sue scelte, quindi, devono essere sempre guidate da competenza professionale ed onestà intellettuale. Ad es., una patologia acuta come l’otite, frequente in età pediatrica, in genere viene curata bene dal medicinale omeopatico, soprattutto nei primi giorni, allorquando non è necessario il ricorso ad antibiotici, come evidenziato in letteratura. Tuttavia, se entro 72 ore non si ottiene un netto miglioramento, si deve necessariamente cambiare strategia. In altri termini, l’Omeopatia, se gestita da professionisti preparati, è una risorsa in più, che si aggiunge alle terapie di provata efficacia: non è un caso se nel resto d’Europa i premi assicurativi per gli omeopati sono i più bassi in assoluto, proprio in virtù del rischio professionale estremamente ridotto”.
“Per tornare al caso in questione – prosegue il comunicato – pur non conoscendo i dettagli, è molto probabile che si sia trattato di ‘malpractise’ individuale, che nulla ha a che fare con l’Omeopatia in quanto tale così come col lavoro serio e coscienzioso di migliaia di omeopati: è su queste basi che si fonda la fiducia di milioni di utenti (8-10 in Italia, 130 in Europa e oltre 700 nel mondo). Come L.M.H.I. Italia, plaudiamo alla cautela ed al rispetto con cui si sono espressi sia il Ministro della Salute on. Beatrice Lorenzin che altri autorevoli esperti sul caso specifico. È bene ricordare infine che la Medicina Omeopatica, in quanto ‘atto medico’, è stata riconosciuta dalla FNOMCeO (Terni, 2002) e che l’Accordo Stato-Regioni del 2013 ne ha definito i parametri formativi. In Europa è stata legalizzata in ben 7 Paesi (tra cui la Svizzera, che l’ha equiparata alla Medicina Convenzionale) e anche l’OMS, nel suo rapporto decennale sulle ‘Medicine Tradizionali 2014-2023’, ha caldamente raccomandato la sua implementazione nei Servizi Sanitari dei Paesi membri”.