Una notizia che lascia il mondo della scienza e della ricerca a bocca aperta quella diffusa nei giorni scorsi dal Journal of Aerobiology 2012 e riportata dal Portavoce dell’Isde Dott. Giovanni Ghirga: alcuni organismi viventi terrestri possono sopravvivere nello spazio. Nel 2008 alcuni scienziati hanno infatti inviato nello spazio organismi viventi per verificare la loro capacità di sopravvivenza. Batteri, semi, licheni e alghe sono stati esposti alle avverse condizioni chimico-fisiche dello spazio per circa 18 mesi, senza essere protetti, al fine di esplorare il limite della vita. “L’atmosfera terrestre – spiega il Journal of Aerobiology – protegge la vita assorbendo i raggi ultravioletti e mantenendo la temperatura relativamente stabile. Gli organismi sono sopravvissuti ad oscillazioni di temperatura tra i -12°C e i +40°C avvenute oltre 200 volte, senza protezione dai raggi ultravioletti e dai raggi cosmici. Tra i campioni, tornati sulla terra nel 2009, i licheni hanno mostrato una resistenza sensazionale, una volta qui, alcune specie hanno continuato a crescere normalmente. Questi organismi, nello spazio, sono entrati in una sorta di letargo in attesa che arrivassero condizioni migliori di vita. Il fatto che organismi viventi siano capaci di sopravvivere alle condizioni avverse dello spazio, supporta l’idea che la vita possa essere passata da un pianeta all’altro o anche tra sistemi solari, utilizzando come mezzo di trasferimento gli asteroidi”.
“I Licheni – commenta quasi amaramente Ghirga – riescono a sopravvivere nello spazio ma possono morire nelle aree inquinate da sostanze alle quali sono particolarmente sensibili: quello che l’uomo riesce ad ottenere in senso negativo è formidabile”.