Impariamo a scoprire le “1000 forme del fiore di cera” con Silvia Bellini di Hoyamia, che fra i pini delle Terme di Traiano ci insegna a coltivare le Hoya dai fiori cerati.
“Tanti dicono che sono piante difficili da coltivare – esordisce Silvia -ma bisogna solo cercare di capirle. La carnosa è perfetta per iniziare, è la più semplice e rustica ed inoltre non gela di notte dato che resiste fino a temperature basse. I fiori, che escono a luglio, sono grossi rispetto ad altre specie e sanno di cacao, di cioccolato”.
Per i più esperti ci sono anche altre varietà più complesse da trattare, per le quali bisogna trovare soprattutto la giusta esposizione a luce ed aria. “Alcune impiegano molti anni a fiorire – continua Silvia – ma una volta fiorite è un continuo dalla primavera all’autunno. Per esempio la linearis, che è una specie proveniente dall’Himalaya, ama il fresco e si allunga molto; fiorisce sulle punte e il suo profumo ricorda quello del limone”.
Ma come fare per far riprodurre queste piante e farle radicare? “Per fare le talee bisogna tagliare le punte”, ci spiega Silvia. “Poi vanno fatte radicare in agriperlite tenendola sempre bagnata. Anche i semi, che somigliano molto a quelli dei soffioni, vanno fatti radicare in agriperlite, anche se ho notato che radicano bene e velocemente anche sullo Scottex”, ci dice ridendo.
“Una volta che hanno fatto delle piccole radici, le Hoya vanno messe nella terra”, continua la proprietaria di Hoyamia, che sul fondo del vaso consiglia di mettere dell’argilla. Nel vaso Silvia mette pomice e terra di bosco, raccolta in un castagneto, “infatti l’acidità di questa terra – ci spiega – piace a molte Hoye”. Queste piante non vogliono acqua nel sottovaso e ne soffrono l’eccesso, ma il loro terreno non deve essere mai asciutto.
Lorenzo Piroli