CIVITAVECCHIA – Spett.le Redazione,
se ancora è possibile sognare, anch’io avrei un sogno per la prossima primavera elettorale di questa nostra città, bistrattata non solo da sempiterni e camaleontici politici “stanziali”, ma, non assolviamocene, anche da noi cittadini che, per stanchezza o fatalismo, per indotta sfiducia, o peggio, per più o meno malcelati baratti, ce li abbiamo mantenuti, perfino “perdonandone” tanti trasformismi!
Intanto spero che le turbolenze politico-economiche che stiamo attraversando possano far detonare, alfine, la spinta ad una decisa virata di discontinuità “politicante”, a “segare” di netto gli stracchi rituali delle “ribollite” di sempre. E, magari fosse, col salto di qualità dell’avvento di una Lista Civica fatta di gente nuova, di forze fresche e non ancora irreversibilmente contagiate da arcaici monoideismi ideologici, aperta al dialogo con la controparte quando in gioco c’è il bene comune, capace, insomma, di guardare avanti e riservare lo specchietto retrovisore solo a quanto di buono merita di essere preservato e/o proseguito. Una Lista che si ispiri ai valori della ”social-democrazia” (col trattino!), primariamente attenta, dunque, a tutte le condizioni di disagio (e non solo fisico o economico, ma anche “logistico” – esempio Milano – ove il neo-Sindaco, pur non essendo etichettato “socialdemocratico”, ha messo fra le priorità del suo programma un freno ai “grandi progetti” a favore del “recupero delle periferie”, ben sapendo quanto un marciapiede sanamente percorribile, valga, per chi ne fruisce, altrettanto quanto un edonistico “restyling” per altri). Una Lista vicina, sì, ai Partiti ma non sottomessa, la cui architrave costitutiva sia innanzi tutto l’abbandono della trita logica delle ammucchiate numeriche, che servono solo eventualmente a “vincere”, ma non certo (e di esempi non manchiamo!) ad assicurare stabilità ed armonia di governo. Una Lista “risorgimentale”, che si prefigga come linea-guida l’”amministrare” innanzi tutto e, ove in minoranza, farla finita con quella sottocultura, di cui localmente siamo buoni campioni(!) della “politichetta”, del “No a prescindere”, che malamente nasconde solo povertà propositive. Una Lista che esprima un Sindaco che sia davvero di tutta la Città e non solo di una parte. Una Lista che ci si presenti, prima ancora che con l’indicazione di candidati, con un programma “normale”, a misura di quella “città normale” cui da tempo aspiriamo (eventuali smanie di “grandeur” da rimandare a tempi migliori!); qualcosa che non sia, insomma, il solito libro dei desideri, ma si articoli, magari in pochi, ma fattibili punti sui essenziali bisogni della quotidianità collettiva da troppo tempo trascurati. In primis il “Piano regolatore” che tiri il freno alla cementificazione anarchica degli ultimi tempi, accompagnato con un “vero” progetto di Edilizia Popolare (… di mattoni !) che possa stimolare un inizio di rilancio occupazionale, ed, a seguire, tutti quegli interventi che fanno la qualità civica: strade, traffico,viabilità, rete idrica e fognaria, verde pubblico civilmente fruibile, trasporti urbani, asili nido e “materne”, accesso alla Sanità in senso lato, potenziamento dell’Ospedale, sicurezza urbana (rafforziamo pure la Polizia Municipale, ma poi la vogliamo vedere “in strada”…ed in tutta la città!), promozione culturale diffusa e tempo libero (che non si esaurisca in megaconcerti o discoteca!) e quant’altro si può realizzare, in tanti casi, anche “a costo zero”, tipo: riorganizzazione della “macchina amministrativa”, “Consulta del Volontariato” funzionale ad un esercizio organico e cooperativo delle assistenze ad esclusivo vantaggio dei beneficiari; recupero dell’evasione fiscale comunale: non s’era detto – e non da oggi – ch’era ottimistica la stima secondo cui dal 30 al 40% della cittadinanza non paga il dovuto, addirittura perché spesso anche “ignota” agli Uffici competenti (?!) … e così via proseguendo.
Ultimo, ma non per valore, mi immagino una Lista che tutto quanto si propone ce lo venga a dire nelle piazze, a confronto diretto con la città, “mettendoci la faccia”, facendosi conoscere fisicamente e non dai più rassicuranti ripari di quattro mura o mediata da spot per ritardati mentali, o da quei megaposter che ci imbrattano con tutti quegli improbabili faccioni, spesso e per lo più “datati”, presuntuosamente ammiccanti da melense espressioni da gita scolastica.
Ora non gratificatemi di millantato credito se dico che sto dando voce ( … io non mollo !) anche a quei tantissimi che condividono quest’aspirazione a vivere in civica “normalità”, ma si sono autoridotti ad un fatalistico “mutismo”, spossati dalle tante, troppe istanze ignorate da una classe politica che pare sempre “in altre faccende affaccendata”. E posso aggiungere che non mi sento nemmeno un “marziano” se dico ancora di credere che tutto questo, e non certamente esaustivo, potrebbe anche non essere un mero esercizio onirico, ma una concreta, seppur “ardita”proposta per risvegliare questa città ?…Quanto meno, e pur con tutte le riserve del caso, lasciatecelo sperare… fino a Maggio prossimo!
Gennaro Goglia