CIVITAVECCHIA – Lettera in Redazione di Flavio Martino:
“A Civitavecchia offendono la Patria e distruggono la memoria. Attenzione… Lo stesso sindaco, appassionato di astrologia, non si è accorto che dimenticando il tempo andato l’oroscopo sarà nero. Tagliando le radici non c’è futuro. Inoltre ci sono le regole, verso la nostra Patria prima di tutto e al di fuori delle competenze territoriali.
C’è un episodio recente che dovrebbe far molto riflettere. E’ successo quando è arrivato un bastimento carico di sbadati in divisa e notabili assortiti, che si sono ritrovati nello scalo marittimo insieme al comandante, invitati alla goffa manifestazione organizzata da Pino Musolino presidente pasticcione dell’Autorità portuale.
Tutti in piedi e su l’attenti mentre la banda musicale suonava l’Inno nazionale con il Tricolore esposto al contrario, corretto: verde bianco rosso. Una situazione a dir poco imbarazzante che è passata inosservata e ha fatto da cornice a un atto vandalico contro cultura e memoria. I particolari nei video delle emittenti televisive Trc e Canale 10 su you tube.
E’ bastato un colpo di spugna per intitolare con un altro nome il Molo Sardegna, dimenticando che rappresenta l’origine e le fortune dei collegamenti via mare della città e le speranze di chi lasciava l’isola per una vita migliore in continente. Le prime navi per Olbia e Cagliari, facevano anche servizio postale e partivano proprio da quel punto, non a caso Molo Sardegna. Oggi grazie a quell’approdo Civitavecchia è un importante crocevia della navigazione marittima internazionale.
Il Presidente ha voluto ricordare la visita pastorale di Giovanni Paolo II avvenuta il 19 marzo 1987, ricevuto in largo Plebiscito dal sindaco e dal vescovo di allora. Nel pomeriggio la funzione religiosa. In precedenza era andato a salutare il personale Enel, i detenuti e i marittimi. Per questo motivo, Musolino, ha predisposto una grande targa bronzea sistemata alla radice del Molo Sardegna, punto in cui il Papa polacco ha incontrato i portuali, che però non sono citati e non era assolutamente il caso fare altri omaggi. Al contrario è andato avanti e ha buttato a mare il Molo Sardegna per intitolarlo al Pontefice oggi santo, sicuramente contrario alla scellerata iniziativa. Se i fatti fossero avvenuti al Colosseo oppure al Forte Michelangelo cosa sarebbe successo? Tra l’altro nel cortile del Forte Michelangelo, antico baluardo simbolo di Civitavecchia è atterrato il Papa a bordo dell’elicottero dell’Aeronautica militare al comando del civitavecchiese Giovanni Mocci oggi generale, ma questo Musolino non lo sa.
Avrebbe cambiato il nome anche a quei monumenti, tra la colpevole indifferenza popolare, com’è avvenuto con il Molo Sardegna permettendogli di scegliere cavalli e cocchieri, salire sul carrozzone e andare a seppellire la storia, seguito dal codazzo dei suoi illustri ospiti che hanno errato clamorosamente.
Adesso quando ci rivolgiamo al dottor Pino Musolino possiamo chiamarlo Francesco, come l’attuale Pontefice, uno tra i nomi più diffusi in Italia. Sarà contento?
Questi personaggi governano e a loro è affidato il timone della società per metterlo sulla rotta giusta e non per andare a sbattere, come Schettino, contro gli scogli e affondare.
Per di più c’è la questione della Bandiera malmessa, imperdonabile svista anche per le Autorità presenti che dovrebbero tutelarci e insegnarci comportamenti adeguati. Invece proprio loro hanno sbagliato clamorosamente.
Infine un mistero, oppure un segreto inconfessabile che fa a pugni con la coscienza? Chissà per quale ragione il vescovo, tifoso della Roma e con grande fede giallorossa, non ha benedetto il molo ma soltanto la targa, posta a l’inizio dell’imbarco sbattezzato”.
Flavio Martino – Giornalista