CIVITAVECCHIA – Vent’anni fa’, 27 marzo 1992, veniva approvata la legge n. 257 dopo un iter piuttosto combattuto, che ha posto il divieto nel nostro paese alla estrazione, importazione, estrazione, produzione, commercializzazione dell’amianto, uno dei materiali più pericolosi per la salute umana che ha mietuto milioni di vittime nel mondo.
Quella legge mai attuata completamente dalle Regioni ed in particolare dalla Regione Lazio viene richiamata ancora oggi affinché siano osservate le disposizioni in essa contenute per evitare in futuro le conseguenze alle quali sono stati sottoposti migliaia di lavoratori che si sono ammalati e fino alla morte, per evitare il permanere di questo materiale nei luoghi di vita e di lavoro a causa dei mancati censimenti/mappature e delle conseguenti bonifiche.
Sarebbe sensato che a livello governativo si ponesse un termine alla dismissione graduale dell’amianto e che si intervenisse, oggi, con una normativa di divieto dell’utilizzo dell’amianto per obbligare davvero alla bonifica di questo materiale pericoloso preservando così le generazioni future.
Nei distretti industriali come Colleferro, Civitavecchia, Ferentino, Ardea, Latina, Pomezia… l’incidenza delle malattie ad esso correlate è maggiore rispetto ad altri luoghi e richiede con urgenza l’attuazione delle bonifiche e un piano di sorveglianza sanitaria per gli esposti.
Ad oggi nel Lazio non è ancora stato attuato un Piano Regionale Amianto: sollecitiamo urgentemente l’esame e l’approvazione da parte delle Commissioni regionali competenti della proposta n. 186/2011 alla cui stesura abbiamo collaborato, per dare inizio ad una nuova politica sanitaria e ambientale. Sono 4000 gli edifici pubblici da bonificare e tra questi la metà sono scuole.
Le Ausl competenti dovrebbero attivare maggiori controlli, secondo la legge del ’92, quali organi di vigilanza in grado di assumere anche iniziative di denuncia, mentre assistiamo ad un silenzio ingiustificato.
Le istituzioni, dalla Regione, alle Province, ai Comuni, fino ai Municipi, non hanno ancora avviato, a vent’anni dalla legge n. 257, neppure un programma di informazione sul rischio amianto. Per il resto non è pensabile attendere ancora e poi piangere i morti, non è più tollerabile il ritardo, l’omissione e talvolta l’omertà.
Mauro Puliani e Anna Maria Virgili – Comitato Esposti Amianto